Non sarebbe Sei Nazioni senza una discussione sul destino della copertura dello stadio di Cardiff

Il Principality Stadium con il tetto chiuso – ph. Sebastiano Pessina
Non sarebbe Sei Nazioni senza una discussione della vigilia sul tetto del Principality Stadium di Cardiff.
Scozia e Galles sono alla classica guerra di parole che ci fa entrare nel più acceso clima del Torneo, con gli ospiti che hanno in un primo momento posto il veto sulla chiusura del tetto, Warren Gatland che si è pubblicamente lamentato delle regole in merito e gli scozzesi che hanno poi cambiato idea e accettato la chiusura.
Il regolamento del Sei Nazioni prevede che entrambe le squadre debbano essere d’accordo su una eventuale chiusura del tetto dello stadio, lasciando così sostanzialmente alla squadra ospite la decisione sui destini della copertura semovente.
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Con il meteo che prevede pioggia per sabato sera nella capitale, il Galles ha proposto di chiudere il tetto del Principality Stadium, incontrando però l’opposizione della Scozia, desiderosa di togliere alla nazionale di casa il maggior effetto del tifo quando lo stadio è coperto.
Giovedì in conferenza stampa Warren Gatland ha detto: “Noi vogliamo sempre il tetto chiuso, l’ho detto con continuità. Penso che crei un’atmosfera impareggiabile.”
“Il punto è che per chiuderlo entrambe le squadre devono essere d’accordo, ma io dico: è il nostro stadio, dovremmo essere noi a decidere se tenere il tetto aperto o chiuso.”
Per tutta risposta nella giornata di venerdì la Scozia ha modificato la propria posizione, accettando la chiusura del tetto dello stadio.
Viste le previsioni di pioggia per sabato sera e la probabile volontà del XV del Cardo di giocare un rugby propositivo e alla mano la scelta di chiudere il tetto sembra quella che più va al passo con gli interessi scozzesi, così come di quelli gallesi, che invece puntano su tutto il magico sostegno che il proprio stadio sa dare per giocarsi le proprie carte sabato sera.
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