Il seconda linea ha già debuttato al Sei Nazioni 2024, ora testa alla dura trasferta in Irlanda
Andrea Zambonin è riuscito a conquistare la sua quarta presenza con la maglia dell’Italia già alla prima partita del Sei Nazioni 2024, scendendo in campo per l’ultima decina di minuti contro l’Inghilterra.
Pur trattandosi dei minuti finali, sono stati parecchio intensi. Al momento del suo ingresso in campo gli Azzurri avevano da recuperare 10 punti agli inglesi, compito ancor più difficile considerando i prolungati possessi palla avversari. C’è stato il rischio che fossero gli ospiti a concludere il match in attacco, e forse segnando altri punti. Eppure l’Italia ha retto la pressione finale e, conquistato l’ultimo pallone, ha insistito finché non ha trovato la meta del bonus difensivo.
Italia, Andrea Zambonin: “Con o senza Sexton, l’Irlanda resta fortissima”
La partita dell’Olimpico si è così chiusa sul 24-27, che è certo una sconfitta ma anche uno dei migliori risultati contro l’Inghilterra, mai battuta nella storia del rugby Azzurro. Ora l’Italia deve però prepararsi per affrontare un’avversaria ancora più impegnativa: l’Irlanda detentrice del titolo del Sei Nazioni e dominante all’esordio con la Francia. Di questi argomenti ha parlato proprio Andrea Zambonin nell’incontro con la stampa.
L’attuale livello della seconda linea Azzurra: “Sicuramente c’è competizione nel mio ruolo, ma io credo che, se presa nel modo giusto, sia questo il fattore che ti aiuta a crescere e fare un salto in più. Sono fortunato ad avere Fede [Federico Ruzza, ndr] come esempio, e cerco sempre di imparare il più possibile da lui perché è veramente un grande giocatore, una grandissima persona, molto esigente con sé stesso e con gli altri”.
Recupero e avvicinamento alla prossima avversaria, l’Irlanda: “La partita con l’Inghilterra è stata molto impegnativa a livello fisico e stiamo recuperando, senza però dimenticare il lavoro: lo staff è molto competente nella distribuzione tra recupero e lavoro fisico”.
“Sexton è sicuramente un giocatore fondamentale, ma l’Irlanda dispone di alternative di altissimo livello e quindi è difficile che possano risentirne. Più che valutare a quale livello siano gli avversari, tutti di altissimo livello considerando la competizione in cui giochiamo, siamo noi a doverci preparare per fare la nostra prestazione al meglio. Se poi arriva qualche opportunità dobbiamo essere bravi a coglierla e non farcela scappare”.
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Il lavoro a livello giovanile e nell’Under-20: “Premettendo che non ho avuto modo di lavorare con Brunello, da quel che ho saputo lui è un allenatore che tiene davvero molto al rapporto con i giocatori e che cerca di sviluppare tanto la persona del giocatore. E questo è direttamente collegato poi alla prestazione in campo, che danno i loro frutti”.
Esempi ovali: “Io sono cresciuto guardand0 la generazione di Bergamasco e Bortolami, giocatori che mi hanno fatto appassionare a questo sport. Poi ho avuto modo di lavorare proprio con Mauro Bergamasco nel suo camp ed è stato un passaggio importante: prima lo vedevo in televisione e lo seguivo come appassionato, poi ho avuto modo di conoscerlo, di lavorarci insieme e ho scoperto così anche il suo lato più personale”.
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