Sei Nazioni 2024, Gregor Townsend: “Era meta”. Ma la Scozia ha gettato la vittoria al vento

Il tecnico e Finn Russell insistono sulla controversa azione che ha chiuso la partita, ma il XV del Cardo deve avere rimpianti soprattutto per i precedenti 79 minuti

Finn Russell e Charles Ollivon cercano di convincere Nika Amashukeli, assistente arbitrale, nel finale di Scozia-Francia – ph. Andy Buchanan / AFP

Frustrazione e rabbia animano il dopo-partita della Scozia dopo la sconfitta casalinga subita per mano della Francia.

Il 16-20 maturato nel finale di gara è stato reso indigesto dall’ultimo pallone giocato nella partita: Sam Skinner ha caricato oltre la linea di meta, l’arbitro Nic Berry ha determinato sul campo che il pallone fosse stato tenuto alto e il TMO Brian MacNeice non è riuscito a trovare immagini che lo inducessero a sovvertire il parere del collega.

“Era meta – lamenta Gregor Townsend, capo allenatore della Scozia – Stavamo già esultando nel box quando abbiamo visto le immagini della palla schiacciata sulla linea dopo essere stata sul piede del giocatore.”

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“E abbiamo anche sentito le comunicazioni tra l’arbitro e il TMO dire che la palla era in un primo momento sul piede e poi è stata schiacciata a terra. L’arbitro ha detto: vedo la palla sul terreno, poi il loro ultimo scambio è stato: aspetta, guardiamo quest’altro angolo, ecco è inconcludente. Rimani con la decisione sul campo.”

“È stata una decisione guidata dal TMO. Se l’arbitro avesse visto le stesse immagini che tutti stavamo vedendo allo stadio, però, è anche sua responsabilità dire che la palla è schiacciata, che è meta. Ma è stato il TMO a fargli cambiare idea e a dirgli di rimanere con la sua prima decisione.”

Gli fa eco il co-capitano della Scozia Finn Russell: “Oggi ha vinto la Francia, ma per me nell’ultima circostanza era meta. Abbiamo esultato in campo perché abbiamo sentito il TMO dire che la palla era sulla linea. E abbiamo visto il pallone sulla linea. Ovviamente è una grande delusione che la meta non sia stata poi assegnata, ma avremmo dovuto giocare meglio.”

Mentre Fabien Galthié e Greg Alldritt si affrettano invece a dire che la decisione arbitrale era “l’unica possibile” e che la vittoria rappresenta per entrambi “una delle migliori con la nazionale francese”, le ultime parole di Finn Russell sono quelle che restano.

Per 70 minuti la Scozia è stata la migliore squadra in campo, ma ha lasciato per strada le opportunità di scrollarsi di dosso la Francia in troppe occasioni. Occasioni decisive che si sono poi tramutate nel dover rincorrere la partita mentre i secondi sul cronometro stavano rapidamente terminando.

Avendo aperto la gara sul 13-3, la Scozia ha consentito ad una Francia spenta, con un attacco confuso e una rimessa laterale traballante di rientrare in partita perdendo malamente un restart, con due turnover consecutivi subiti nel punto d’incontro, dai quali è nata la meta di Fickou.

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In superiorità numerica alla fine del primo tempo non ha marcato punti importanti, giocando male un pallone con i trequarti da mischia ordinata sotto i pali che avrebbe dovuto avere sorti diverse: Duhan van der Merwe e Huw Jones si sono praticamente scontrati, vanificando un tre contro due propizio.

A inizio ripresa la Francia ha addormentato la partita nel restante periodo in 14 uomini e ha atteso il momento buono per colpire. Un momento che è arrivato al 70′ dopo una frittata scozzese: Thomas Ramos esegue un calcetto a seguire nella zona mediana del campo che diventa un pallone vagante, il seconda linea Scott Cummings invece di raccoglierlo esegue un passaggio sotto le gambe alla cieca, la palla carambola dieci metri più indietro nella zona di Finn Russell. Sotto grande pressione, il 10 spazza calcisticamente ma colpisce in pieno un compagno: mischia per la Francia, esecuzione pregevole, il talento di Louis Bielle-Biarrey cambia il corso della partita.

Tre episodi importanti che hanno condizionato il risultato della partita a sfavore della Scozia altrettanto, se non più, della decisione finale. E per il XV del Cardo non rimane che un pugno di rimpianti: ora le possibilità di inseguire il titolo del Sei Nazioni 2024 si fanno residuali.

Lorenzo Calamai

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