Partita conclusiva del secondo turno del Sei Nazioni 2024: si gioca alle 16:00 a Dublino
Nella seconda giornata del Sei Nazioni 2024 l’Italia è attesa dalla dura sfida contro l’Irlanda all’Aviva Stadium di Dublino (kick-off ore 16:00, diretta su TV8, Sky Sport Uno e NOW).
Scoglio aspro, quello rappresentato dai 23 uomini in maglia verde: in 36 partite l’Irlanda ne ha vinte 32, l’Italia non vince con i Trifogli dal 2013 e nelle ultime cinque partite ha subito un punteggio aggregato di 222-70.
I padroni di casa della gara di domenica pomeriggio continuano a essere una delle migliori squadre del pianeta e vengono da una vittoria che ha fatto rumore: 38-17 alla Francia, in Francia.
Eppure il capo allenatore dell’Italia, Gonzalo Quesada, ha fiducia nei suoi. Ha detto di averne abbastanza da dire apertamente che a Dublino ci sarà partita tra le due squadre.
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Questo malgrado gli Azzurri approccino la partita non nelle migliori condizioni, visto che gli infortuni hanno condizionato le scelte dello staff: Lorenzo Cannone, Seb Negri, Edoardo Iachizzi si sono dovuti fermare; Tommy Allan non si è quasi allenato per tutta la settimana, sarà della partita solo partendo dalla panchina.
Saranno chiamati a prestazioni importanti Manuel Zuliani e Alessandro Izekor, che rimpiazzano il duo di terza linea assente. Per Zuzu e Zaza, come li chiama lo spogliatoio, è il momento più importante della loro giovane carriera internazionale.
Zuliani non è mai stato titolare in una gara di questa importanza. Le sue 3 presenze dal primo minuto con la maglia azzurra risalgono al test contro la Romania dell’estate 2022 e ai due warm-up per la Rugby World Cup contro Scozia e, per l’appunto, Irlanda. Gare di tutt’altro spessore rispetto a una partita di Sei Nazioni. Il flanker 23enne ha tutti i mezzi per essere un titolare a livello internazionale e questa è una grande opportunità di dimostrarlo davanti al pianeta rugby intero.
Per il coetaneo e compagno di squadra le cose sono un po’ diverse, per via di un percorso diverso e di una minore esperienza (sarà il secondo cap per Izekor, contro il 19esimo di Zuliani), ma nel corso dell’ultimo anno anche il flanker bresciano ha dimostrato, grazie a una crescita continua, di avere delle caratteristiche che lo rendono un profilo ideale per l’ambiente internazionale.
Da parte irlandese i principali dubbi sono legati ad una squadra con diverse modifiche rispetto a quella vittoriosa in terra francese. Alcuni cambi sono forzati dagli acciacchi fisici (Tadhg Furlong e Peter O’Mahony hanno problemi fisici), ma le scelte di Andy Farrell e del suo staff sembrano improntate soprattutto a dare opportunità a giocatori che ne hanno avute meno, ma che devono dimostrare di essere pronti quando chiamati in causa.
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Farrell è allenatore del XV irlandese dal 2020 e questa è solamente la quarta volta in cui nei 23 non ci sono né Jonathan Sexton né Peter O’Mahony. Le tre partite precedenti (Francia 2021, Fiji 2022 e Italia 2023, prima della Rugby World Cup) hanno avuto in comune prestazioni mediocri, al di là dei risultati ottenuti, e conseguenti scelte nelle gerarchie del gruppo da parte dello staff tecnico.
Ecco allora che Stuart McCloskey, Ryan Baird e Craig Casey, che hanno accumulato in carriera una quindicina di caps ciascuno, sono chiamati a dimostrare il proprio valore e a mettere in discussione proprio tali gerarchie, mentre Jack Crowley, Calvin Nash e Joe McCarthy devono confermare quanto di buono mostrato una settimana fa.
Tre i temi tattici principali della gara. In primis la capacità dell’Italia di supplire alle assenze di due dei migliori ball carriers della squadra (Negri e Cannone) e continuare ad avere palloni in avanzamento quando in possesso di palla, senza finire schiacciati dalla grande pressione al breakdown operata dal pack irlandese, capace di sgretolare quello della Francia a Marsiglia.
Una settimana fa l’Irlanda ha inoltre sapientemente guastato la touche transalpina, oltre a vincere il 100% dei propri 13 lanci e segnare su due drive da rimessa laterale, mentre l’Italia è stata la peggiore del primo turno, con 5 errori su 15 lanci. Per competere gli Azzurri devono necessariamente provare a chiudere il gap in questa fase statica e la verticalità di Alessandro Izekor potrà giocare un ruolo di rilievo in questo.
Infine il gioco tattico al piede: Stephen Varney è chiamato a una partita rigorosa dalla base della ruck, con box kick che liberino dalla pressione avversaria trovando la rimessa laterale nella zona rossa e calci per contendere e mettere pressione quando il possesso azzurro è tra i propri 22 e la metà campo, mentre la profondità dovrà essere ben coperta per tenere a bada il potente sinistro di James Lowe, principale cannoniere sul fronte avversario.
I calcoli probabilistici della vigilia danno un 95% di chance di vittoria all’Irlanda, ma in quel 5% residuo si riversano le ambizioni, le speranze, la fame, le spalle, le teste e i cuori dei 23 Azzurri pronto a scendere in campo a Dublino per non lasciare niente d’intentato.
Irlanda: 15 Hugo Keenan, 14 Calvin Nash, 13 Robbie Henshaw, 12 Stuart McCloskey, 11 James Lowe, 10 Jack Crowley, 9. Craig Casey, 8 Jack Conan, 7 Caelan Doris ©, 6 Ryan Baird, 5 James Ryan, 4 Joe McCarthy, 3 Finlay Bealham, 2 Dan Sheehan, 1 Andrew Porter
A disposizione: 16 Ronan Kelleher, 17 Jeremy Loughman, 18 Tom O’Toole, 19 Iain Henderson, 20 Josh van der Flier, 21. Jamison Gibson-Park, 22 Harry Byrne, 23. Jordan Larmour
Italia: 15 Ange Capuozzo, 14 Lorenzo Pani, 13 Juan Ignacio Brex, 12 Tommaso Menoncello, 11 Monty Ioane, 10 Paolo Garbisi, 9 Stephen Varney, 8 Michele Lamaro ©, 7 Manuel Zuliani, 6 Alessandro Izekor, 5 Federico Ruzza, 4 Niccolò Cannone, 3 Pietro Ceccarelli, 2 Gianmarco Lucchesi, 1 Danilo Fischetti
A disposizione: 16 Giacomo Nicotera, 17 Mirco Spagnolo, 18 Giosuè Zilocchi, 19 Andrea Zambonin, 20 Ross Vintcent, 21 Martin Page-Relo, 22 Tommaso Allan, 23 Federico Mori
Lorenzo Calamai
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