Il rugby scozzese si è trovato costretto a ripensare il suo campionato domestico, gli obiettivi e la struttura del settore professionistico
Con l’obiettivo dichiarato di “mantenere la posizione del paese nelle prime cinque nazioni del mondo nel prossimo decennio”, la Scottish Rugby Union ha ufficializzato una ristrutturazione importante in favore del settore professionistico.
Il campionato domestico denominato Super 6 che doveva fare da ponte tra il livello amatoriale e le franchigie, non sarà rinnovato.
La competizione che coinvolge Ayrshire Bulls, Boroughmuir Bears, Heriot’s, Southern Knights, Stirling Wolves e Watsonians si concluderà a novembre.
I club in oggetto parteciperanno a una consultazione con il consiglio dei club della SRU per una transizione verso una nuova struttura del campionato nazionale al di sotto dello United Rugby Championship.
Sarà reintrodotta la nazionale A e aumenterà anche il numero di partite per le sue squadre professionali in versione “A” di Edinburgh e Glasgow Warriors. Le accademie estenderanno il piano di lavoro con i giocatori fino al livello Under-23.
Leggi anche: Nel Sei Nazioni ora sono gli ospiti a dover vestire la seconda maglia
La Scozia cambia: stop al Super 6, focus sui giovani e reintroduzione della nazionale A
Le decisioni della federazione scozzese arrivano in un momento storico in cui la nazionale è sesta nel ranking mondiale, le squadre professionistiche sono competitive, ma la produzione di talenti in arrivo dalla nazionale under 20 scarseggia.
La nazionale juniores non riesce ad essere protagonista regolarmente nel Sei Nazioni e a livello mondiale figura nel secondo livello. Nell’estate 2023 ha partecipato al World Rugby U20 Trophy classificandosi terza dietro Spagna e Uruguay, quest’ultima è la squadra con cui ha perso nettamente nella fase a gironi.
Il reclutamento dei migliori giocatori della nazionale spesso formati in altre federazioni, dipende a tutti gli effetti dalle regole di residenza e i vertici federali hanno compreso che sul lungo periodo può essere una strategia insostenibile.
“È chiaro che dobbiamo fare meglio nel creare più opportunità per i nostri migliori giovani giocatori di acquisire esperienze e svilupparsi giocando a rugby a un livello superiore”, ha detto Gregor Townsend, il capo allenatore della Scozia, che poi ha aggiunto:
“Il gioco è spesso il miglior insegnante e dobbiamo fornire più opportunità a livello più alto per i giocatori U20 e Academy. Aumentare il numero di partite delle squadra A di Glasgow ed Edinburgh, ripristinare le partite della Scozia A sono due percorsi importanti per raggiungere questo obiettivo”.
Cari Lettori,
OnRugby, da oltre 10 anni, Vi offre gratuitamente un’informazione puntuale e quotidiana sul mondo della palla ovale. Il nostro lavoro ha un costo che viene ripagato dalla pubblicità, in particolare quella personalizzata.
Quando Vi viene proposta l’informativa sul rilascio di cookie o tecnologie simili, Vi chiediamo di sostenerci dando il Vostro consenso.