La casa del rugby inglese dal 1909 avrebbe bisogno di importanti e costosi interventi di rinnovamento
La RFU (Rugby Football Union) punta ad incominciare i lavori di ristrutturazione dello storico impianto di Twickenham nel 2027, ma ha svelato di aver preso in considerazione l’idea di venderlo per acquistare una quota del 50% dello stadio di Wembley per farne la nuova sede del rugby in Inghilterra.
A rivelarlo è stato il rapporto Twickenham Stadium Masterplan Programme, un corposo documento redatto da RFU che nelle ultime ore è stato diffuso ai media. Si tratta del progetto a lungo termine per rimodernare lo stadio di Twickenham, che ha bisogno di non pochi interventi di ristrutturazione. Ma il documento svela che nel corso delle discussioni si sono prese in considerazione anche altre opzioni.
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Inghilterra: “Wembley nuova sede del rugby inglese? No, grazie”
Tra le ipotesi alternative, quella che balza agli occhi è l’idea di lasciare Twickenham e di rendere Wembley la nuova casa del rugby in Inghilterra. Un’opzione sicuramente drastica: vendere lo storico impianto del 1909 e traslocare nella casa del calcio inglese, acquistandone il 50% dalla FA (Football Association) e condividendolo.
Vero che nell’altrettanto lunga storia di Wembley anche il rugby è stato di casa: nel 1992, mentre Twickenham si faceva il maquillage, la Nazionale inglese ha incontrato il Canada. Successivamente fra il 1997 e il 1999, quando il Millennium era in costruzione, il Galles disputò qui alcuni incontri, e così si tennero anche due partite della Rugby World Cup 2015.
L’idea però di trasferire tutto a Wembley, per quanto discussa e valutata, come rivela il rapporto è stata poi scartata, senza che fosse stata fatta neanche richiesta formale alla FA.
Se le opzioni alternative sono state respinte, il rinnovamento di Twickenham sarà però necessario. Il programma a lungo termine delinea progetti di ristrutturazione per 663 milioni di sterline ma, precisa, un intervento di tali costi è impossibile. Si punterà ad eseguire i lavori più urgenti, dal valore stimato di 300 milioni, a partire dal 2027.
L’idea di far partire i cantieri tra le edizioni 2027 e 2028 del Sei Nazioni ha la logica di ridurre al minimo i disagi: il 2027 sarà infatti l’anno della Rugby World Cup australiana, e quindi non si svolgeranno i classici Test Match autunnali.
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