Il terza linea azzurro: “Ho avuto un percorso particolare, ma ho sempre lavorato duro”
Dopo uno strepitoso inizio di stagione, per Izekor è arrivato l’esordio in Nazionale: il primo “cap” è arrivato contro l’Inghilterra, a partita in corso, il secondo da titolare contro l’Irlanda a Dublino. Adesso, però, non è il momento di fermarsi: Izekor vuole continuare a stupire e a prendersi soddisfazioni ad alti livelli.
“Qualche anno fa non avrei mai pensato a tutto questo, ma ho lavorato tanto per arrivarci. Ho avuto un percorso particolare, non sono stato nelle accademie ma vengo dalle giovanili del Calvisano” ha raccontato Izekor ai canali ufficiali della FIR: “Sono molto felice della fiducia che tutti gli allenatori, sia Treviso che in Nazionale, stanno riponendo su di me, tutto questo è un’ulteriore stimolo a fare ancora meglio e migliorarmi sempre di più”.
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La storia del terza linea bresciano comincia all’oratorio, quasi per caso: “I miei genitori sono di origini nigeriane ma si sono conosciuti a Brescia, dove lavoravano, poi sono nato io, che sono il primo di 3 fratelli. Razzismo? Nel rugby mai, nella vita in generale ci sono stati degli episodi, ma in passato, ormai sono solo ricordi. Ho iniziato a giocare a rugby a 10 anni, ma in maniera abbastanza casuale: ho iniziato all’oratorio, dove era una delle attività previste. L’oratorio era legato al Rugby Brescia, dove ho iniziato ad allenarmi, ma all’inizio giocavo anche a calcio e vedevo quello come ‘primo’ sport. Col tempo però le cose sono cambiate”.
Da lì, è iniziato il cammino che ha portato Izekor fino alla maglia Azzurra: “Da Brescia sono passato all’Ospitaletto, perché mia madre aveva cambiato lavoro e con tutta la famiglia ci siamo spostati. Poi siamo ritornati a Brescia per poi spostarmi a Calvisano nell’under 18. Da lì ho fatto gli ultimi anni di giovanili fino alla prima squadra”. Nel 2022, poi, arriva l’esordio in URC come permit player con la maglia del Benetton, prima di diventare un effettivo biancoverde nella stagione successiva.
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Izekor ha parlato anche delle prime due partite del Sei Nazioni, in cui l’Italia ha alternato buone cose – soprattutto con l’Inghilterra – a problemi di gestione del possesso: “Abbiamo cominciato a lavorare sul modo in cui imposteremo la partita con la Francia, su come attaccarli e su come non ripetere gli errori commessi contro l’Irlanda. Dobbiamo migliorare l’approccio mentale, perché alla fine è cambiando la mentalità che si cambia anche lo stile di gioco. Poi dobbiamo cercare di imporci di più in attacco, lavorando sulle fasi statiche in modo da avere maggior possesso e di maggiore qualità”.
Per quanto riguarda gli obiettivi personali, Izekor ha le idee molto chiare: “Vorrei provare ad impormi anche a livello internazionale. Credo che il Sei Nazioni sia un palcoscenico importantissimo e adatto ad ‘esplodere’, voglio continuare a lavorare duro per farlo”.
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