Cosa aspettarsi dal match clou del terzo turno
Raramente si rimane delusi dalla partita del Sei Nazioni tra Scozia e Inghilterra. Il fascino è alla base di un incontro storico che viene giocato dal 1879 e che nelle ultimi tre edizioni è stato vinto dal XV del Cardo.
Le squadre che andranno in campo a Edimburgo sabato 24 febbraio alle ore 17.45 (diretta TV Sky Sport Arena, NOW e SkyGo), si trovano nella condizione di non poter sbagliare. Entrambe possono coltivare speranze più o meno concrete di vittoria finale, ma molto passa da questa sfida.
La Scozia è terza a tre punti dal XV della Rosa. Gli uomini di Townsend hanno dimostrato di essere dei competitor autorevoli e nonostante la sconfitta bruciante con la Francia sono ancora una volta pronti a infiammare il pubblico di Murrayfield.
L’Inghilterra invece approccia il terzo turno forte di due vittorie che valgono il temporaneo secondo posto in classifica a quota 8 punti. Gli uomini di Borthwick fin qui hanno messo fieno in cascina con grande cinismo, adesso sono chiamati a trovare maggiore omogeneità nella loro prestazione.
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È un incontro tra due filosofie profondamente diverse. Da una parte il rugby fatto di corse e combinazioni raffinate proposto dagli scozzesi, dall’altra il rugby razionale basato sui principi di occupazione territoriale dell’Inghilterra.
In ogni caso è difficile aspettarsi un eccessivo squilibrio nel punteggio. In campo ci sono molti interpreti che si equivalgono in termini di forza, velocità e capacità tecniche. Basti pensare al midfield, dove le coppie di centri Sione Tuipulotu/Huw Jones e Ollie Lawrence/Henry Slade si fronteggieranno in un duello che promette scintille. Interessante anche il confronto a distanza tra due numeri 10 molto diversi come Finn Russell e George Ford. Nella distribuzione del gioco probabilmente hanno poche analogie. Nella capacità di trovare angoli scoperti con calci velenosi invece sono due maestri indiscussi.
Le due formazioni scelte dagli allenatori sono abbastanza fedeli a quelle schierate nei primi due turni. L’Inghilterra è quella che ha cambiato di più: i veterani Danny Care, Dan Cole, Ellis Genge e il rientrante George Furbank sono tutti titolari. Una chiamata quest’ultima che ha sorpreso un po’ tutti, visto che l’estremo di Northampton non gioca in nazionale da due anni e a numero 15 c’è sempre stato Freddie Steward, probabilmente il miglior interprete del gioco aereo al mondo.
Gregor Townsend invece ha recuperato tre giocatori fondamentali nell’economia del gioco. Si tratta di Blair Kinghorn che potrà conferire grande sicurezza al triangolo allargato, ma tornano anche il leader Jamie Ritchie e il finisher Kyle Steyn.
L’Inghilterra potrebbe far valere la maggiore esperienza nelle fasi di conquista, ma dovrà anche registrare due aree fondamentali: la tenuta difensiva e la disciplina. Nei primi due turni Italia e Galles non hanno affondato defininitvamente il colpo più per demerito loro che per una effettiva superiorità inglese. Chi riuscirà a mettere più qualità sul gioco al piede a dominare le collisioni e a contrastare i rispettivi ball carrier, si prenderà una buona fetta di probabilità di vittoria.
Valerio Bardi
Le formazioni di Scozia-Inghilterra
Scozia: 15 Blair Kinghorn, 14 Kyle Steyn, 13 Huw Jones, 12 Sione Tuipulotu, 11 Duhan van der Merwe, 10 Finn Russell (cc), 9 Ben White, 8 Jack Dempsey, 7 Rory Darge (cc), 6 Jamie Ritchie, 5 Scott Cummings, 4 Grant Gilchrist, 3 Zander Fagerson, 2 George Turner, 1 Pierre Schoeman
Sostituzioni: 16 Ewan Ashman, 17 Alec Hepburn, 18 Elliot Millar-Mills, 19 Sam Skinner, 20 Andy Christie, 21 George Horne, 22 Ben Healy, 23 Cameron Redpath
Inghilterra: 15 George Furbank, 14 Tommy Freeman, 13 Henry Slade, 12 Ollie Lawrence, 11 Elliot Daly, 10 George Ford, 9 Danny Care, 8 Ben Earl, 7 Sam Underhill, 6 Ethan Roots, 5 Ollie Chessum, 4 Maro Itoje, 3 Dan Cole, 2 Jamie George (c), 1 Ellis Genge
Sostituzioni: 16 Theo Dan, 17 Joe Marler, 18 Will Stuart, 19 George Martin, 20 Chandler Cunningham-South, 21 Ben Spencer, 22 Fin Smith, 23 Immanuel Feyi-Waboso
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