La stampa anglossasone ha dato la parola a Marco Bortolami e Antonio Pavanello che hanno raccontato le strategie di sviluppo del club
Nel corso dell’ultimo biennio il Benetton Rugby è diventato un club molto attrattivo per tanti giocatori provenienti dalla Premiership e in generale dai migliori campionati esteri.
La crescita complessiva del club, ma anche i passi avanti che sta facendo tutto il nostro movimento a livello di Nazionali, già da qualche tempo non passano certo inosservati all’estero, e qualche giorno fa sulle colonne del Telegraph, è stata pubblicata un’intervista a Marco Bortolami e Antonio Pavanello, in cui il coach e il DG illustrano le strategie sportive e societarie alla base del recente successo.
Le ultime firme di due protagonisti del campionato inglese come Louis Lynagh e Matt Gallagher fanno seguito ad un mercato che ha visto arrivare nella Marca trevigiana Paolo Odogwu, Jacob Umaga, Malakai Fekitoa, Marcus Watson, Andy Uren, tutti giocatori che godono di una grande stima da parte della stampa anglosassone.
Nell’articolo firmato da Charlie Richardson, che spiega il perchè l’Italia stia diventando una destinazione attraente per i giocatori di spessore, c’è spazio anche per delle interessanti domande sulla capacità del club di migliorare gli aspetti finanziari.
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Mercato di qualità, stadio pieno e risultati: la crescita del Benetton vista dagli occhi degli inglesi
Louis Lynagh e Matt Gallagher lasceranno rispettivamente gli Harlequins e il Bath per unirsi ai biancoverdi la prossima stagione. Piccolo particolare: entrambi sono stati reclutati anche perchè eleggibili per la nazionale italiana. “Fa parte della missione del Benetton e della Federazione Italiana”, ha spiegato Bortolami a Telegraph Sport. “Abbiamo un accordo che limita la quantità di giocatori stranieri che possiamo avere in squadra nelle partite del fine settimana, perché abbiamo bisogno di sviluppare giocatori italiani. Non è una regola, solo un accordo, ma ne capiamo l’importanza perchè siamo tutti sulla stessa lunghezza d’onda”.
Nel corso dell’intervista Marco Bortolami ha illustrato a Telegraph Sport come sia aumentato il numero di atleti in rosa per ottemperare al meglio ad ogni impegno. Il Benetton ora ha un roster di 65 giocatori, 10 dei quali sono giocatori dell’accademia. Se in un passato non troppo lontano i giocatori stranieri erano atleti di secondo piano, a cui non erano stati offerti contratti migliori in Premiership o Top 14, adesso il club italiano sta iniziando ad invogliare stelle internazionali.
“All’inizio, abbiamo dovuto reclutare il maggior numero possibile di giocatori – prosegue Bortolami – ma il nostro obiettivo negli ultimi due anni è stato quello di migliorare a poco a poco la qualità dei nostri giocatori. Avere giocatori stranieri che possono colmare il divario quando gli internazionali italiani non ci sono è fondamentale. Ciò che è cambiato è che le nostre prestazioni sono migliorate e siamo in grado di puntare a profili migliori. Ovviamente, la Premiership ha avuto un po’ di crisi finanziaria e così abbiamo potuto arrivare a giocatori come Jacob e Paolo.”
Il ragionamento del coach, ex capitano dell’Italia e del Gloucester, si conclude sulle finalità condivise con la F.I.R. “Siamo una squadra italiana; dobbiamo continuare a costruire la nostra identità. Quindi, avere giocatori italiani qualificati può aiutare molto in termini di quadro generale. Non solo per il Benetton, ma anche per la nazionale. Vogliamo avere successo, ma anche la squadra italiana deve avere successo.”
Sul piano operativo ha aggiunto: “Abbiamo completa libertà di reclutare chi ci piace, che siano stranieri o italiani, anche se dobbiamo tenere a mente il nostro ruolo all’interno del sistema nella sua interezza. Avere giocatori stranieri di qualità è molto importante in quanto hai bisogno di standard alti. Questo è il nostro obiettivo. Ciò che rende il Benetton vincente renderà la squadra italiana vincente su tutta la linea.”
I miglioramenti dentro e fuori dal campo secondo Antonio Pavanello
La conquista dei playoff di URC (Ex Pro 14) nel 2019, della Rainbow Cup nel 2021 e della semifinale di Challenge Cup nel 2023 sono dei tasselli di un progetto ambizioso, in cui Antonio Pavanello è la figura centrale.
“Il nostro budget sta aumentando di stagione in stagione: biglietteria, sponsor, cibo e bevande, merchandising”, afferma il Direttore Generale. “È un progetto lungo e ogni stagione cerchiamo di aumentare le entrate. Tutto questo sta incrementando la quantità di risorse che possiamo spendere per i giocatori. Se c’è stato un tempo in cui non potevamo firmare un giocatore come Fekitoa, adesso possiamo.”
Lo stadio Monigo è diventato un fortino. Le presenze sono in costante aumento e il sold out ormai è una consuetudine.
“Abbiamo avuto solo una partita in questa stagione in cui non abbiamo fatto il tutto esaurito. Anche il match in arrivo con Glasgow sabato prossimo dovrebbe essere un sold out. Stiamo lavorando molto duramente per far venire le persone allo stadio. Non abbiamo mai avuto questo numeri. Nel 2010, la prima stagione della Magners League, non riuscivamo ad avere una grande quantità di pubblico. Abbiamo avuto un tutto esaurito, sì, ma abbiamo avuto anche alcune partite con numeri bassi.”
Dietro questa passione dei tifosi c’è qualcosa in più dei punti ottenuti in classifica. La riflessione finale di Pavanello: “La gente pensa che sia solo perché vinciamo. Non è vero. Certo che aiuta, ma c’è stato molto lavoro fatto dalle persone del club. Creare eventi nella comunità, migliorare l’esperienza dei tifosi allo stadio; l’atmosfera adesso è migliore. Per molti anni, i club sono venuti a fare affari in Italia; ma con queste entrate aggiuntive è il momento per noi di farne un po’ all’estero. Non solo i club della Premiership, ma ci sono anche buoni giocatori in altri campionati che vogliamo reclutare.”
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