Italia: un grande fine settimana che invita a declinare i verbi al presente

I placcaggi di Lamaro, la disciplina degli Azzurri, Brexoncello e le altre ragioni per cui è giusto essere ottimisti da subito

Tommaso Menoncello e Nacho Brex in azione in Italia-Scozia – ph. Sebastiano Pessina

L’8 e il 9 marzo del 2024 rischiano di superare 21 e 22 marzo del 2022 nella corsa al titolo di miglior weekend per il rugby italiano, con i successi delle nazionali maschili azzurre sulla Scozia nel Sei Nazioni che assumono una valore speciale, forse anche di più della doppia vittoria contro il Galles nel fine settimana primaverile di due anni fa.

Sarà perché l’Italia ha rifilato un cumulo di 78 punti agli avversari contro i 49 dell’altra volta, sarà perché finalmente è stato scacciata la maledizione casalinga dopo 11 anni, sarà perché entrambe le gare, quella della nazionale under 20 e quella della Maggiore hanno lasciato ai tifosi tanti spunti per essere ottimisti.

La selezione giovanile ha ottenuto due vittorie di fila ed è ora in lizza per provare a centrare un obiettivo senza precedenti: eguagliare il terzo posto nel Torneo del 2023 e eguagliare le tre vittorie del 2022. Per il primo ci vorrà la complicità degli altri risultati, per il secondo Jacopo Botturi e compagni hanno il proprio destino tra le mani in vista della sfida al Galles di venerdì 15 marzo.

Una gara che precederà quella tra le due nazionali maggiori che inaugura il Super Saturday del Sei Nazioni dei grandi. Gonzalo Quesada non ci ha messo un attimo a rilanciare sulla posta in gioco. A pochi minuti dal fischio finale l’head coach aveva già dichiarato ai microfoni di Sky Sport che l’Italia ha la possibilità di giocarsi qualcosa di storico a Cardiff, affermazione reiterata anche in conferenza stampa.

Non ci sediamo sugli allori, insomma, che da queste parti si è digiunato a lungo e la fame è tanta. Non è solo l’euforia della vittoria a far vedere in chiave positiva la prestazione azzurra all’Olimpico: l’Italia ha meritato di vincere e ha battuto una Scozia che ha giocato una partita vera, senza episodi particolari, senza sciocche arroganze (come ricorda spesso Michele Lamaro con grande consapevolezza: il Galles nel 2022 rifiutò più volte 3 punti facili che gli avrebbero permesso di ipotecare la partita lasciando aperta la porta alla rimonta finale).

A proposito di Michele Lamaro, il capitano azzurro continua a sottoporre gli avversari a una sonora dose di legnate ad ogni piè sospinto: 26 placcaggi ieri a Roma nei 199 distribuiti dagli Azzurri, che nel secondo tempo in particolare hanno offerto una prova difensiva d’eccellenza. L’Italia ha placcato più che contro l’Irlanda (197 placcaggi nell’occasione), ma soprattutto ha fatto una partita esemplare dal punto di vista della disciplina: solo 5 falli commessi contro i 12 della Scozia negli 80 e passa minuti di sabato.

Nolli Waterman, leggenda della nazionale inglese e oggi commentatrice per ITV, durante la diretta della partita sul canale britannico ha fatto notare come la coppia di centri composta da Tommaso Menoncello e Nacho Brex sia il punto di forza di questa squadra. Niente di più giusto: il duo del Benetton ieri è stato al suo meglio, con il numero 12 devastante su ogni contatto, in attacco e difesa, e il 13 semplicemente dovunque, lui che è ormai a pieno titolo il secondo playmaker di questa squadra. E se gli scozzesi hanno coniato il termine Huwipulotu per celebrare la proficua combinazione dei centri Sione Tuipulotu (a Roma assente per infortunio) e Huw Jones, allora è il momento di sbandierare al mondo il nostro Brexoncello.

Menzione d’onore anche per Stephen Varney, che oltre ad aver segnato la meta decisiva è stato anche preciso e ha offerto una mezz’ora di grande qualità. Troppe volte le qualità di questo ragazzo di 22 anni sono state messe in dubbio. In alcune occasioni ha offerto prestazioni insufficienti, ma il suo talento è sotto gli occhi di tutti e contro la Scozia ha brillato di luce propria.

Il nuovo arrivato Louis Lynagh è partito in maniera incerta, ha giocato un primo tempo opaco, sembrando un po’ un pesce fuor d’acqua. Poi però un colpo matto e importantissimo, che gli ha dato enorme fiducia: quando la Scozia ha intercettato con Andy Christie, recuperato da Brex solamente nei 22 italiani, sul seguente calcio di punizione per tenuto Lynagh si è preso l’ovale e lo ha calciato in fondo di là senza pensarci due volte, buttandosi alla rincorsa disperata. La palla è rotolata in mano a George Turner, il tallonatore scozzese, rimasto accampato più indietro dei compagni: con 30 giocatori in apnea in campo, gli Azzurri hanno avuto la forza di andarlo a prendere e costringere la Scozia al fallo in ruck, quello da cui sono usciti i 3 punti del 16-22 a fine primo tempo.

Con la meta nella ripresa Lynagh ha poi dimostrato le proprie principali qualità. Un giocatore molto rapido, capace di andarsi a prendere i propri palloni in giro per il campo.

L’elenco dei meriti degli Azzurri potrebbe non finire mai, a partire dal citare Mirco Spagnolo e Giosuè Zilocchi che entrano in campo e ancora una volta fanno la voce grossa in mischia ordinata e nel gioco aperto.

Il nocciolo della questione, però, è che la situazione non è mai sembrata così in rampa di lancio come oggi per il rugby maschile italiano. Un pareggio e una vittoria sono un bottino che mettono già questo Sei Nazioni al terzo posto di sempre per risultati ottenuti, e siamo all’inizio di un nuovo ciclo, con un nuovo staff tecnico che ha portato ad alcuni cambiamenti tecnici, tattici e strategici.

Già da qualche anno l’Italia si ripete che questa generazione di giocatori potrà realizzare qualcosa d’importante. È arrivato il momento di iniziare a declinare i verbi al presente.

Lorenzo Calamai

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