Italia, Danilo Fischetti: “Con la Scozia vittoria non per caso. Ma in Galles andiamo coi piedi per terra”

Il pilone Azzurro: “Della pressione sui gallesi non ci importa, c’è anche quella su di noi”

Italia, Danilo Fischetti: “Con la Scozia vittoria non per caso. Ma in Galles andiamo coi piedi per terra” – ph. Sebastiano Pessina

Dopo la grande prestazione con la Scozia, che ha visto l’Italia tornare a vincere in casa al Sei Nazioni dopo ben 11 anni, gli Azzurri non possono sedersi sugli allori, nonostante abbiano raccolto un pareggio e un successo nelle ultime due giornate del Torneo.

Non solo rimane un’ultima partita da giocare, contro il Galles che al Principality Stadium darà tutto per cercare di regalare una gioia di fronte ai suoi tifosi (match in programma sabato 16 marzo alle ore 15:15), ma anche perché non si è al sicuro dall’ultimo posto, come spiegato nell’articolo sottostante.

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Ma questa partita sarà importante anche, e soprattutto, per un altro motivo: confermare le buone prestazioni viste finora, continuità che nella storia è mancata all’Italia dopo alcune belle ma isolate imprese. Di tutto questo è più che consapevole Danilo Fischetti, uno tra i giocatori della prima linea Azzurra con più esperienza internazionale a disposizione di Gonzalo Quesada.

Italia, Fischetti: “In Galles non ci sentiamo favoriti, entrambe le squadre avranno pressione”

Intervistato dai canali della Fir, il pilone delle Zebre Parma ha affermato: “Dobbiamo pensare soltanto a noi adesso. Nessuno si è ‘seduto’ dopo la vittoria con la Scozia, anzi, siamo tutti motivati a fare ancora di più per ottenere un altro risultato. Credo che la pressione sia più dalla nostra parte, perché dobbiamo confermarci, ma la vittoria contro la Scozia non è arrivata a caso. È stata frutto di un percorso”.

Nonostante l’Italia sia stata sotto varie volte nel punteggio con la Scozia, “Noi eravamo sicuri delle nostre potenzialità e del lavoro che avevamo fatto in settimana – ha proseguito Fischetti – Ci siamo detti semplicemente di continuare a giocare come sapevamo e di correggere le cose che non stavano funzionando: ad esempio, eravamo un po’ troppo stretti sul punto d’incontro”.

“Cosa ci ha permesso di resistere alle difficoltà? Sapere di essere una squadra completa che può passare tanto tempo a difendere ma che può anche essere pericolosa in attacco, con delle qualità che ci permettono di portare a casa dei punti decisivi. È importante saper fare entrambe le cose: sia giocare il nostro rugby indipendentemente dal risultato, sia adattarsi a quelli che sono i momenti chiave della partita, quindi sapere quando giocare, quando calciare, quando fare una determinata cosa. In questo senso Gonzalo (Quesada, ndr) ci sta dando una grande mano”.

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“La continuità? Bisogna ammettere che non sempre dopo una bella partita stiamo riusciti a proporre una prestazione dello stesso livello della precedente, ma se guardiamo il Sei Nazioni di quest’anno siamo cresciuti tanto sotto questo aspetto. Con l’Inghilterra abbiamo fatto una buona partita ottenendo un punto di bonus, con l’Irlanda alla fine non è andata così male: certo, un 36-0 brucia sempre, ma a livello difensivo abbiamo fatto una prova importante, la difesa non ha ceduto nonostante il pochissimo possesso, soprattutto considerando la forza dell’avversario. Poi con la Francia siamo andati a pochi millimetri dalla vittoria, per poi battere la Scozia: questo dimostra quanto siamo cresciuti da questo punto di vista. Sono comunque 3 partite su 4 di grande livello”.

Ma dopo la Scozia arriva l’atto conclusivo col Galles: “A Cardiff dobbiamo restare con i piedi per terra e concentrarci su quello che dobbiamo fare, non ci sentiamo assolutamente favoriti perché sappiamo quanto i 70mila del Principality Stadium saranno una grande spinta per loro. Stiamo studiando il Galles, sappiamo che abbiamo delle possibilità importanti, ma intanto dobbiamo costruire la nostra prestazione: se riusciremo a fare la prestazione che abbiamo in mente, il risultato sarà poi una conseguenza. Della pressione che possono avere i gallesi in questo momento non deve interessarci, perché quella c’è anche su di noi: dopo aver pareggiato in Francia e aver battuto la Scozia la pressione su di noi forse è ancora maggiore”.

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