Il trequarti del Lione ha raccontato anche un po’ di sé, insieme alla divisione del lavoro sui piazzati
Martin Page-Relo si sta dimostrando una pedina importante nell’Italia di Gonzalo Quesada. Certo, con la Scozia c’è stato l’intercetto che ha consentito a Russell di trovare il 50:22 per la successiva meta di Schoeman; ma sulla bilancia sono più le cose positive che il trequarti del Lione ha portato rispetto agli errori.
Contro la Scozia e la Francia, le partite del Sei Nazioni 2024 in cui è partito titolare, ha sempre gestito il gioco in maniera concreta e ordinata, e ha potuto anche mettersi in mostra per le qualità al piede: forza quando ha centrato i due piazzati da circa 40 metri, delicatezza quando con un calcetto ha servito l’ovale per la meta di Brex all’Olimpico.
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Ecco che all’incontro con la stampa odierno organizzato dalla Fir si è presentato proprio Martin Page-Relo. L’italo-francese ha raccontato anche un po’ di sé e di come si è inserito nel gruppo Azzurro, prima di andare a parlare della partita con Scozia e dei prossimi impegni.
Italia, Martin Page-Relo: “Con Gonzalo Quesada tanto lavoro di studio pre-partita”
“Sono originario di Tolosa ma i miei nonni materni erano nati vicino a Milano. Quando gioco a rugby direi che mi sento per metà francese e metà italiano. Con la palla ovale ho cominciato a 5 anni, ma ho praticato anche il golf quand’ero giovane. Mi sento un mediano di mischia moderno ma ho le capacità per giocare anche in altri ruoli della trequarti, come a numero 10 oppure estremo. Sono cresciuto vedendo giocare Aaron Smith e sono sceso in campo anche con Antoine Dupont, sono sempre stati dei giocatori che ho ammirato e dei punti di riferimento per me”.
Più volte gli Azzurri hanno affermato di essere un gruppo molto coeso, come ribadito per esempio da Giacomo Nicotera nelle ultime ore. Anche Page-Relo, pur venendo da un ambiente diverso, è d’accordo: “Confermo quanto è stato detto dai miei compagni, sono entrato a far parte di un un gruppo molto giovane e anche molto cool [ride], davvero un bel gruppo”.
“Con la Scozia è stata una bella vittoria e in serata abbiamo festeggiato. Ma il Sei Nazioni non è finito, e stiamo già pensando alla prossima partita col Galles. Un match che è molto importante per noi: sappiamo bene che vincendo otterremmo il miglior risultato della Nazionale italiana nella storia del Sei Nazioni, lo sappiamo tutti ma restiamo concentrati”.
“Se giochiamo più al piede con Gonzalo Quesada? Lui si concentra molto sulla strategia: quindi studiamo prima la partita al monitor, analizziamo gli avversari e gli spazi disponibili nel caso del gioco al piede. Con la Scozia avevamo studiato che lasciavano parecchio spazio dietro la difesa, e coi calci abbiamo messo in campo quanto studiato. Secondo me, quello che ha portato il tecnico è proprio tanta attenzione alla fase di studio precedente alla partita”.
E sulla divisione dei piazzati tra lui e Paolo Garbisi: “Anche nel mio club a Lione eseguo quando serve i calci piazzati. Con Paolo [Garbisi, ndr] parlo spesso durante le partite, e se è troppo lontano per lui mi domanda se me la sento. E per fortuna che, sia contro la Francia, sia contro la Scozia me la sentivo ed è andata bene”.
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