Il tecnico ha poi lanciato una stoccata agli addetti ai lavori: “Se fai giocare i giovani e non rendono subito vieni criticato, se non li fai giocare e poi non hai profondità nella rosa vieni criticato. Ci vuole equilibrio”
Se l’Italia ora deve far fronte alla pressione delle aspettative, dopo un Sei Nazioni 2024 in crescendo, anche il Galles ha le sue gatte da pelare. La partita di Cardiff contro gli Azzurri è l’ultima occasione per evitare l’ultimo posto e soprattutto di chiudere senza vittorie, e Gatland ha analizzato la situazione con la consueta lucidità in conferenza stampa: “È la miglior Italia che abbia mai affrontato? Sì. Sembrano fisicamente più in forma di quanto non siano mai stati in passato e hanno profondità in tutti i ruoli. Hanno trovato anche un buon equilibrio nel loro gioco. L’anno scorso giocavano un rugby molto offensivo, ma questo probabilmente gli è costato e volte li ha messi sotto molta pressione. Hanno sviluppato un gioco al piede più equilibrato e hanno avuto delle buone prestazioni, rimanendo in lotta anche quando la Scozia ha dominato l’inizio della partita di sabato scorso”.
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Gatland sull’Italia e sul cucchiaio di legno
“La loro crescita è positiva per la competizione. Ci sono stati diversi anni in cui si è parlato del posto dell’Italia nel Sei Nazioni e ci si è chiesto se avessimo dovuto considerare altri come la Georgia come sostituti. È bello vederli fare bene e rendere questo torneo più competitivo” ha proseguito Gatland. L’Italia ha vinto per l’ultima volta contro il Galles due anni fa, proprio a Cardiff, con meta di Padovani allo scadere dopo una magia di Capuozzo: “Non guardiamo a quella partita, non ne abbiamo parlato. Ci concentriamo solo su noi stessi e pensiamo solo ad andare in campo e continuare a migliorare”.
Chiaramente, non poteva mancare una domanda sul cucchiaio di legno, che il Galles può evitare soltanto battendo l’Italia, a meno che gli Azzurri non facciano uno o due bonus a seconda del punteggio: “Non ci pensiamo minimamente a questo. Parliamo solo della partita, esattamente come quando ci giochiamo il Grande Slam noi non parliamo del Grande Slam. Certo, siamo consapevoli dell’importanza che ha questo incontro, ma ci concentriamo solo sul risultato della partita”.
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I giovani
Se la prima linea titolare ha grandissima esperienza (145 caps totali) quella di riserva invece è molto inesperta, con una presenza per Lloyd e Mathias e il possibile esordio di O’Connor: “È un lavoro che dobbiamo fare, soprattutto in alcune posizioni davanti è davvero importante sviluppare una certa profondità. È uno di quegli scenari in cui scegli i giovani, ma se gli dai una possibilità e non funziona vieni pesantemente criticato. Dall’altra parte se poi non hai sviluppato una profondità e hai degli infortuni gravi la gente ti chiederà perché non hai dato un’opportunità ai giovani. Stiamo cercando di trovare un equilibrio”.
Il ritiro di George North
Un altro tema portante è stato il ritiro dalle scene internazionali di George North, che a fine stagione andrà a giocare in Francia (a Provence, in ProD2) e ha deciso di lasciare la Nazionale: “George si colloca tra i grandi della storia del Galles. È un giocatore di indiscutibile talento, ma probabilmente è ancora più grande come persona. Ha servito brillantemente il Galles e i Lions, ma fuori dal campo è un bravo padre di famiglia. Non posso che parlare bene di lui”.
“Se ho provato a fermarlo? No, ho capito perfettamente la sua decisione di andare in Francia con la famiglia. Con le difficoltà che ci sono nel viaggiare avanti e indietro vuole dare il massimo, concentrandosi sulla sua nuova carriera in Francia e sulla famiglia. Ha detto che se ci fosse stata l’opportunità gli sarebbe piaciuto restare in Galles, ma non gli è stato concesso. Quindi probabilmente questo lo ha portato a prendere questa decisione. Non conosco le cifre che gli sono state offerte in Francia, ma se ti viene offerto un grosso contratto a 30 anni per andare da qualche altra parte devi considerarlo perché stai arrivando alla fine della tua carriera. Non sai cosa succederà dopo il rugby e bisogna fare delle considerazioni. Ho un figlio che gioca a rugby in Giappone adesso, anche se la Federazione Neozelandese gli aveva proposto di restare in Nuova Zelanda. Ha preso la decisione personale di andare a giocare in Giappone perché stava pensando al suo futuro e alla vita dopo il rugby”.
Le scelte di formazione
Il tecnico ha stravolto la cerniera di centri: fuori Owen Watkin e Joe Roberts, dentro Nick Tompkins e George North. In particolare, la stampa gallese ha chiesto spiegazioni sull’esclusione di Watkin, che nonostante le sconfitte non aveva demeritato: “Ho parlato con lui di questa scelta. Dal punto di vista offensivo eravamo contenti delle sue prestazioni, ma abbiamo parlato della necessità di portare più velocità sulla linea difensiva. Lui ha capito e continuerà a lavorare su questo aspetto, ma sono davvero contento delle sue prestazioni”.
A sorpresa, anche Will Rowlands è finito in panchina: “Chiaramente non era contento, e lo rispetto per questo. Con la Francia ha giocato bene, ma gli ho spiegato che avevamo bisogno di migliorare le nostre prestazioni negli ultimi 15-20 minuti aumentando l’impatto della nostra panchina”.
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