Due squadre giovani e in crescita si scontrano per evitare l’ultimo posto. Gli Azzurri in cerca del miglior risultato di sempre nel Torneo
Sono passati ventuno anni dall’ultimo cucchiaio di legno del Galles, l’unico da quando esiste il Sei Nazioni.
Era il 2003, l’Italia fu capace di battere gli avversari a Roma per 30-22 nel primo turno del Torneo grazie a 15 punti al piede di Dominguez e alle mete di De Carli, Festuccia e Phillips. Mauro Bergamasco giocò quella partita con il numero 14 sulle spalle, invenzione di John Kirwan meno celebre di quella di Nick Mallett qualche anno dopo.
Negli ultimi 80 minuti del Sei Nazioni 2024 l’Italia proverà a imporre ai Dragoni un secondo cucchiaio e a impedirsi di raccogliere il diciannovesimo, ma a Cardiff gli Azzurri non arrivano tanto per evitare l’ultimo posto quanto per ottenere una seconda vittoria consecutiva che li porterebbe nella storia: mai ottenuti tre risultati positivi in una edizione del Torneo.
Italia e Galles sono per certi versi simili: entrambe schierano 7 giocatori sotto i 10 caps, hanno una media di caps in squadra analoga (24 gli Azzurri, 28 i Dragoni, ma che senza i 121 di George North scendono a 24), hanno squadre giovani (9 under 23 in lista gara per il Galles, 12 per l’Italia).
Leggi anche: Galles, Aaron Wainwright: “Massimo rispetto per l’Italia, ma vinciamo noi”
Incastrato in un complesso ricambio generazionale, reso ancor più duro dalle difficoltà economiche delle sue franchigie, il rugby gallese ha dimostrato la propria resilienza rimanendo tutto sommato competitivo in 3 delle 4 partite precedenti, e portando infatti a casa ben 3 punti di bonus.
La capacità di assorbire un urto senza rompersi (la definizione di resilienza) sarà anche la chiave per la partita azzurra al Millennium Stadium di Cardiff. I due risultati positivi ottenuti dall’Italia fin qui sono arrivati proprio dalla capacità della squadra di rimanere attaccata alla gara malgrado una migliore partenza degli avversari, e finendo poi gli incontri meglio dei dirimpettai.
Nella capitale gallese ci si può aspettare un inizio incendiario da parte della squadra di casa, che sappiamo capace di moltiplicare le proprie forze nel catino del Millennium, con il tetto chiuso ad amplificare il canto dei tifosi, e con una fame di successo aggravata dalla carestia di risultati. L’Italia dovrà essere brava a gestire i momenti di difficoltà senza farsi inghiottire dall’entusiasmo avversario, perché ha poi le carte per finire la partita nel migliore dei modi.
L’obiettivo azzurro sarà cercare di imporsi con il pacchetto degli avanti e togliere serenità al possesso avversario. Tentare di fare la voce grossa in mischia ordinata, dov’è la seconda migliore del Torneo per calci di punizione ottenuti, e mettere grande pressione alla rimessa laterale (attenzione al loro drive, però, uno dei migliori del Sei Nazioni), oltre a far valere la propria fisicità nelle collisioni contro un pack gallese dove mancano dei ball carriers di grande qualità.
Vincere la battaglia missilistica del gioco al piede contro Costelow e Winnett significa giocare nel campo avversario, mettere pressione e non rischiare di subire punti. Un’altra chiave cruciale del match contro una squadra che non è sempre tatticamente precisa, soprattutto nei finali di gara.
Leggi anche: Sei Nazioni under 20 2024: la classifica finale
Al di là degli aspetti tecnici, però, la sfida si prospetta come una prova mentale ad alta pressione per entrambe le squadre. Quale delle due squadre saprà maggiormente trasformare quella pressione in una spinta positiva potrà avere la meglio sul campo.
Per gli Azzurri sarà una prova di maturità importante dopo i tentennamenti passati, in particolare proprio contro il Galles nello scorso Sei Nazioni. Non che per una giovane e inesperta squadra gallese con le spalle contro il muro possa essere una sfida di minore difficoltà, comunque.
Potrà venire in soccorso dei suoi compagni l’esperienza di alcuni giocatori in campo, come Nick Thompkins e George North. Nessuno ne ha viste di più del secondo centro dei Dragoni: 121esimo cap della carriera, terzo giocatore più presente di sempre; ottavo miglior marcatore della storia della nazionale gallese, secondo miglior marcatore di mete con 47; una media di 0,39 mete a partita, superiore a una ogni tre partite, dato enorme se si pensa alla quantità di gare giocate.
Sarà la sua ultima partita in nazionale. A noialtri, suoi avversari, non rimane che toglierci il cappello e provare comunque a rovinare il suo ultimo ballo.
Galles: 15 Cameron Winnett, 14 Josh Adams, 13 George North, 12 Nick Tompkins, 11 Rio Dyer, 10 Sam Costelow, 9 Tomos Williams, 8 Aaron Wainwright, 7 Tommy Reffell, 6 Alex Mann, 5 Adam Beard, 4 Dafydd Jenkins (c), 3 Dillon Lewis, 2 Elliot Dee, 1 Gareth Thomas
A disposizione: 16 Evan Lloyd, 17 Kemsley Mathias, 18 Harri O’Connor, 19 Will Rowlands, 20 Mackenzie Martin, 21 Kieran Hardy, 22 Ioan Lloyd, 23 Mason Grady
Italia: 15 Lorenzo Pani, 14 Louis Lynagh, 13 Juan Ignacio Brex, 12 Tommaso Menoncello, 11 Monty Ioane, 10 Paolo Garbisi, 9 Stephen Varney, 8 Lorenzo Cannone, 7 Michele Lamaro (c), 6 Sebastian Negri, 5 Federico Ruzza, 4 Niccolò Cannone, 3 Simone Ferrari, 2 Giacomo Nicotera, 1 Danilo Fischetti
A disposizione: 16 Gianmarco Lucchesi, 17 Mirco Spagnolo, 18 Giosuè Zilocchi, 19 Riccardo Favretto, 20 Ross Vintcent, 21 Manuel Zuliani, 22 Martin Page-Relo, 23 Leonardo Marin
Lorenzo Calamai
Cari Lettori,
OnRugby, da oltre 10 anni, Vi offre gratuitamente un’informazione puntuale e quotidiana sul mondo della palla ovale. Il nostro lavoro ha un costo che viene ripagato dalla pubblicità, in particolare quella personalizzata.
Quando Vi viene proposta l’informativa sul rilascio di cookie o tecnologie simili, Vi chiediamo di sostenerci dando il Vostro consenso.