Malgrado le dure critiche dopo la sconfitta patita a Twickenham, il XV del Trifoglio è a un passo dalla vittoria del Torneo
La sconfitta in Inghilterra ha generato critiche molto ampie alla consistenza irlandese più all’estero che in patria a dire il vero.
Si è letto di “squadra incapace di vincere le partite dure” e formazione che, come ai quarti di finale del mondiale, fallisce sempre gli appuntamenti importanti.
In un’Irlanda che sa bene di aver perso un’occasione enorme a Francia 2023, una parte dell’ambiente vede le vittorie come dovute e le sconfitte come tragedie. Poi c’è anche chi, come Ruaidhri O’Connor sull’Irish Independent, fa notare che: “Certo, potrebbe sembrare un po’ strano perdere con due bonus con la Scozia e sollevare il trofeo, ma nessuno considera questa possibilità. Vincere e finire con quattro vittorie su cinque e un successo ed è l’unica cosa che la squadra ha in mente.”
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“Se ci riuscissero e Peter O’Mahony sollevasse il trofeo davanti a un Lansdowne Road gremito, sarebbe comunque un momento da ricordare per il rugby irlandese. Chiunque pensi il contrario deve farsi vedere da uno bravo.”
Il coach Farrell mantiene la barra dritta e guida la truppa di coloro che ritengono le critiche eccessive: “Riprendiamoci in fretta, abbiamo un Sei Nazioni da vincere.”
A conferma della fiducia nel gruppo e nelle proprie scelte, non ha cambiato niente del XV che inizierà la partita.
Cambio importante invece in panchina, con l’abbandono del sei e due della panchina di Twickenham per un ritorno al cinque e tre con Harry Byrne, Murray e Ringrose. Questa, forse, è l’ammissione di un errore nella selezione del match precedente.
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Spiegando le proprie scelte ha confermato piena fiducia a Conor Murray, messo sotto accusa per il calcio che ha restituito la palla agli inglesi con meno di 90 secondi dalla fine: “Ci vuole un’incredibile quantità di dedizione e coraggio per rimanere al top e continuare nonostante i colpi per tutta una lunga carriera che è stata così di successo, soprattutto per qualcuno con 120 e passa caps come Conor.”
La Scozia dal canto suo chiuderà a Dublino un altro Sei Nazioni al di sotto delle aspettative. Non dimentichiamo infatti che questa squadra da qualche anno parte dichiarando di poter vincere il torneo.
Dopo la vittoria sul Galles è arrivata la sconfitta thriller con la Francia, quindi il successo sull’Inghilterra e infine il KO in Italia che ha evidenziato ancora una volta problemi di tenuta mentale.
In Irlanda la Scozia cerca un successo che sarebbe fra i più prestigiosi degli ultimi anni (la Scozia non batte l’Irlanda dal 2017 e non vince a Dublino dal 2010).
Due cambi per Townsend rispetto alla sconfitta di Roma: McDowall sostituisce Redpath, che parte dalla panchina, mentre in mediana ritorna Ben White al posto di Horne.
Irlanda: 15 Hugo Keenan, 14 Calvin Nash, 13 Robbie Henshaw, 12 Bundee Aki, 11 James Lowe, 10 Jack Crowley, 9 Jamison Gibson-Park, 8 Caelan Doris, 7 Josh van der Flier, 6 Peter O’Mahony (c), 5 Tadhg Beirne, 4 Joe McCarthy, 3 Tadhg Furlong, 2 Dan Sheehan, 1 Andrew Porter
A disposizione: 16 Rónan Kelleher, 17 Cian Healy, 18 Finlay Bealham, 19 Ryan Baird, 20 Jack Conan, 21 Conor Murray, 22 Harry Byrne, 23 Garry Ringrose
Scozia: 15 Blair Kinghorn, 14 Kyle Steyn, 13 Huw Jones, 12 Stafford McDowall, 11 Duhan van der Merwe, 10 Finn Russell (cc), 9 Ben White, 8 Jack Dempsey, 7 Rory Darge (cc), 6 Andy Christie, 5 Scott Cummings, 4 Grant Gilchrist, 3 Zander Fagerson, 2 George Turner, 1 Pierre Schoeman
A disposizione: 16 Ewan Ashman, 17 Rory Sutherland, 18 Elliot Millar-Mills, 19 Sam Skinner, 20 Matt Fagerson, 21 George Horne, 22 Cameron Redpath, 23 Kyle Rowe
Damiano Vezzosi
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