Si prospetta un Torneo di altissimo livello, con un Galles sempre più difficile da battere. Irlanda e Scozia sembrano alla portata, ma prima di tutto bisognerà reggere all’esordio con l’Inghilterra
Nemmeno il tempo di mettere in archivio il Sei Nazioni maschile e subito si riparte con il Torneo femminile, che per l’Italia prenderà il via domenica 24 marzo al Lanfranchi di Parma contro l’Inghilterra. Subito la sfida più difficile, quasi impossibile considerando che – come sempre – le inglesi faranno un Sei Nazioni a parte, con la Francia unica possibile contendente. Il calendario prevede, dopo l’esordio con l’Inghilterra, la sfida all’Irlanda in trasferta nel giorno di Pasqua. Dopo la settimana di pausa le Azzurre andranno in Francia, poi ospitare la Scozia e chiudere a Cardiff contro il Galles.
Livello alto
Quello contro le inglesi sarà un crash test, e più che il risultato sarà importante uscire da questa partita con dei segnali importanti a livello mentale e fisico: se le Azzurre riusciranno a proporre una prestazione di livello, a prescindere da come andrà a finire, potranno andare in Irlanda con molta più consapevolezza. Consapevolezza già notevolmente aumentata dopo l’ottimo tour sudafricano di ottobre, in cui l’Italia ha ottenuto 3 vittorie su 3 (Giappone, Sudafrica e USA) nel WXV2 con 3 formazioni radicalmente diverse: un esperimento, quello di coach Raineri, riuscito sotto tutti i punti di vista, che ha portato risultati sul campo e ha aumentato la profondità in molti ruoli.
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Chiaramente, il livello delle avversarie nel Sei Nazioni è ben diverso: al di là dell’Inghilterra, la Francia – soprattutto in trasferta – è come sempre uno squadrone, e la crescita esponenziale del Galles negli ultimi 3 anni ha ulteriormente aumentato il livello del torneo. A Cardiff sarà una partita 50/50, con l’Italia che in trasferta contro il Galles non perde al Sei Nazioni dal 2012, ma con le padrone di casa che però hanno già dimostrato l’anno scorso di avere tutte le carte in regola per fare un grande Torneo.
Irlanda (a Cork) e Scozia (a Parma) sembrano le avversarie maggiormente alla portata, con le Azzurre che partono favorite ma che avranno bisogno di proporre 80 minuti di alto livello, in particolare in terra irlandese, dove l’Italia non ha ancora mai vinto. Inoltre, anche la Scozia viene da un WXV2 ben giocato e vinto – solo per differenza punti – proprio sull’Italia. Gli anni pari, con due sole partite in casa, sono sempre particolarmente ostici, ma la squadra di Raineri dopo un 2023 di transizione – necessario dopo la fine di un ciclo lunghissimo come quello di Di Giandomenico – sembra avere adesso le carte in regola per riproporre quanto visto con costanza negli ultimi anni.
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Le protagoniste
Insomma, partite facili non ce ne sono (ammesso che ci siano mai state, anche se che fino a qualche anno fa le sfide con le scozzesi erano più agevoli) ma questa Italia ha tutte le carte in regola per fare un grande Sei Nazioni. La peculiarità principale, chiaramente, sta nell’unità del gruppo, da sempre uno dei punti di forza delle Azzurre, in grado di fare quadrato intorno a loro stesse e di andare anche oltre i propri limiti. Molto passerà, però, anche dall’apporto delle giocatrici chiave dell’Italia: prima fra tutte Beatrice Rigoni, che ha sfoderato lampi di classe anche oltremanica, e in generale da tutte le ragazze che giocano all’estero ci si aspetta quel qualcosa in più a livello di esperienza e di capacità di gestire partite di alto livello come queste.
Tornando in Italia, D’Incà è chiamata a confermare un 2023 strepitoso, da Ostuni Minuzzi ci si aspetta un’ulteriore crescita mentre su Muzzo ormai sono finiti gli aggettivi. Il reparto trequarti azzurro sarà come sempre quello che dovrà garantire imprevedibilità e concretezza, a cominciare dal ritmo che imporrà Sofia Stefan in cabina di regia. Per quanto riguarda la maglia numero 10 bisognerà capire se Raineri continuerà l’alternanza vista nel 2023 tra Madia e Stevanin o farà una gerarchia fin dall’inizio del Torneo. E a proposito di regia, tutto passerà ovviamente dal cervello (a anche dai piedi) di Michela Sillari.
Davanti, l’assenza di Vecchini almeno all’inizio riporterà Turani nel ruolo di tallonatrice, riaprendo la strada a Gaia Maris per una possibile maglia da titolare a sinistra. A destra poco da dire su Gai, come sempre una garanzia, però sarà interessante capire quanto è migliorata Seye con l’esperienza all’estero alle Ealing Trailfinders. Per adesso non ci saranno ancora Franco e Arrighetti, ritornate nel gruppo solo nel raduno di preparazione, ma la concorrenza in terza linea sarà comunque spietata: assodata la presenza di Giordano, le altre due maglie saranno assegnate in base allo stato di forma, visto il valore di Sgorbini, Cavina, Veronese con Locatelli e Tounesi che faranno come sempre la spola tra seconda e terza linea. Proprio in seconda l’esperienza non mancherà, anzi: dovrà essere uno dei reparti ai quali fare affidamento se le cose dovessero mettersi male, viste le capacità di Duca e Fedrighi oltre che delle già citate Tounesi e Locatelli.
Francesco Palma
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