Lo skills coach ha spiegato cosa c’è alla base del cambio di passo della nazionale italiana
Lo staff dell’Italia maschile reduce dal Sei Nazioni 2024, ha ritrovato una vecchia conoscenza del rugby azzurro: Philippe Doussy.
Lo skills coach di origine francese è tornato a disposizione della FIR dopo una lunga esperienza nei principali campionati europei.
Nel suo recente passato di tecnico specialista c’è stato il Racing 92, il Grenoble, ma anche Edimburgo, la squadra sudafricana dei Southern Kings e la nazionale francese.
Tra il 2006 e il 2009 si era occupato delle nazionali giovanili italiane e dal 2009 al 2012 aveva fatto parte dello staff della nazionale maggiore in qualità di skills coach, prendendo parte anche alla Rugby World Cup 2011 in Nuova Zelanda.
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Italia, Philippe Doussy: “Gli Azzurri ascoltano, prendono appunti sui loro quaderni, si applicano”
Intervistato dal Giornale di Brescia, Doussy ha spiegato cosa c’è alla base del cambio di passo nel Torneo che ha visto la squadra allenata da Gonzalo Quesada ottenere per la prima volta tre risultati utili consecutivi.
“L’Italia è un gruppo fantastico di giovani, appassionati, umili, con una grande etica del lavoro L’impatto è stato sorprendente: al Racing ero abituato a trovarmi davanti gente matura, magari con sessanta, settanta presenze in Nazionale. Qui il gruppo è formato in gran parte dai ragazzi nati tra il 1998 e il 2002. Spieghi, ascoltano, prendono appunti sui loro quaderni, si applicano e cercano di fare le cose per bene”.
Rispetto alla prima esperienza italiana in cui nel 2006 fu coinvolto nell’attività giovanile delle selezioni azzurre, oggi sono cambiate molte cose. Prosegue Philippe Doussy:
“Era un altro mondo: ora c’è una base, tutto è più strutturato, questi giocatori sono cresciuti nei centri di formazione, nelle accademie, hanno a disposizione strumenti e tecnologia, i gps, non si possono fare paragoni. Ci sono due franchigie che stanno ottenendo ottimi risultati, Benetton e Zebre”.
Italia, Philippe Doussy: “Uno dei segreti per rimanere in alto è avere concorrenza”
I risultati nel Sei Nazioni 2024 potrebbero aver instillato una nuova mentalità vincente, ma il coach transalpino sa bene che c’è ancora del lavoro da fare.
“Nello sport restare al vertice è frutto di equilibri molto fragili e storicamente il problema dell’Italia è stato dare continuità alle prestazioni. Ora le altre squadre ci studieranno, proveranno ad adottare le opportune contromisure. Per questo bisogna sempre giocare d’anticipo, essere più avanti degli altri, arrivare prima di loro: al prossimo tour, al prossimo Sei Nazioni, alla Coppa del Mondo 2027.”
Infine la riflessione sulla competizione interna, un aspetto che per Philippe Doussy è necessario per alzare il livello collettivo.
“Uno dei segreti per rimanere in alto è avere concorrenza e spinta all’emulazione: prendete Izekor, un ragazzo bresciano con grande potenziale. Nell’ultimo anno ha fatto un salto in avanti eccezionale. Ha cominciato a giocare regolarmente per Benetton, ha conquistato i suoi primi cap, ha festeggiato con noi traguardi e vittorie. In terza linea c’è enorme concorrenza, per nessuno sarà facile mantenere il posto in squadra. E questo fa bene a tutti”.
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