L’azzurra suona la carica in vista della sfida di Dublino
Il ko con l’Inghilterra è ormai alle spalle. L’Italia ha voglia di ripartire in questo Sei Nazioni Femminile 2024 e per farlo non può che guardare con ottimismo alla seconda sfida del suo calendario: quella di domenica 31 marzo, a Dublino, contro l’Irlanda.
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Sei Nazioni Femminile, Francesca Sgorbini: il punto di vista sull’Irlanda
A tal proposito, a caricare il gruppo delle Azzurre ci ha pensato Francesca Sgorbini. La terza linea che vanta 21 caps con la maglia dell’Italrugby, intervistata dal sito della FIR, si è così espressa: “È una partita ostica (riferimento all’Irlanda, ndr). Contro l’Inghilterra non abbiamo potuto mostrare il nostro meglio, ma siamo pronte per l’Irlanda. Loro ci aspettano a Dublino e sarà la nostra prima trasferta dell’anno, sarà una partita difficile ma alla nostra portata. L’Irlanda ha fatto vedere una buona difesa contro la Francia, hanno iniziato in maniera simile a noi, con una partita difficile contro una squadra molto forte nella quale dovevano soprattutto difendere. Contro di noi sarà una partita più aperta, l’anno scorso hanno perso a Parma e vorranno sicuramente rifarsi a casa loro”.
Sugli infortuni e il recente bollettino medico, l’avanti ha detto: “Purtroppo gli infortuni fanno parte del gioco. Non fa mai piacere perdere ragazze come Sillari, una figura importantissima per la nostra squadra, ma siamo un grande gruppo e sono sicura che le ragazze che prenderanno il posto delle infortunate saranno assolutamente all’altezza”.
A proposito di infortuni, Francesca Sgorbini l’anno scorso si fece male proprio contro l’Irlanda, a Parma: “Eh sì, l’anno scorso mi infortunai proprio contro l’Irlanda, ma quest’anno mi sono ripresa da tutti gli acciacchi dopo un 2023 un po’ sfortunato. Sono sicura che andrà meglio, anche se non voglio dirlo troppo forte (dice ironicamente, ndr)”
Infine sulle differenze del match da affrontare, rispetto al primo impegno: “Sicuramente giocare fuori casa cambia, l’Irlanda ci ha messe spesso in difficoltà anche perché ha un gioco molto simile a quello dell’Inghilterra, che noi tendiamo a soffrire di più”.
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