L’utility back si sta ritagliando molti minuti in una nuova posizione. Questa potrebbe essere una “carta” da spendere anche in azzurro
Un altro ruolo provato nel reparto trequarti. Leonardo Marin si è cucito addosso nelle ultime due partite del Benetton Rugby una nuova dimensione nello scacchiere tattico di Marco Bortolami quello dell’ala.
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Che evoluzione può avere Leonardo Marin da ala?
Mediano d’apertura, primo centro, estremo e ora anche ala: un utility back fatto e finito il classe 2002. Questa sua e nuova ulteriore duttilità dove lo può portare? Intanto a ritagliarsi un minutaggio più elevato con il suo club e poi in campo a cercare di dare nuovi sbocchi al gioco del Benetton Rugby.
Marin infatti ha dimostrato di avere buona velocità, una più che discreta capacità di reggere gli impatti e anche la qualità per giocare al piede, cosa che ormai a tutti i trequarti viene richiesta per cercare di ribaltare il fronte di gioco sia in situazioni di difficoltà sia in situazioni di rottura.
E se questo lo portasse ad essere un’alternativa anche in chiave azzurra? Sappiamo che Gonzalo Quesada e il suo staff puntano molto sui trequarti in grado di fare tante cose, anche per fornire imprevedibilità al “lancio dei schemi offensivi”. Certo, il triangolo allargato ora, con l’ingresso di Louis Lynagh e l’esplosione di Lorenzo Pani è molto coperto e per certi versi affollato, ma un rinforzo in più non fa mai male, soprattutto pensando al prossimo tour estivo dove, magari, a qualcuno degli uomini veloci della nazionale potrebbe essere concesso un po’ di riposo, leggasi Capuozzo o Ioane.
E’ pur vero che fra le ali ci sono elementi come Gesi che attendono il proprio turno da diverso tempo, ma tornando a Marin è anche ipotizzabile un suo impiego come mediano d’apertura, visto che dietro a Garbisi al momento non è che ci sia tutta questa scelta, in attesa di capire se Tommaso Allan tornerà a rendersi convocabile per la nazionale.
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