Il vicepresidente della FFR Jean-Marc Lhermet: “Su 160 partite giocate in Tier 1 dal 2021, 30 hanno visto cartellini rossi: la squadra numericamente inferiore ha perso nel 60% dei casi, il che è molto lontano da quello che ci viene detto”
Non si placano le polemiche sul cartellino rosso da 20 minuti, utilizzato ormai da qualche anno nel Super Rugby: le federazioni SANZAAR (Nuova Zelanda, Australia, Argentina e Sudafrica) sarebbero favorevoli a un suo utilizzo a livello mondiale, e sarebbero disposte ad appoggiare una possibile proposta di World Rugby, che vorrebbe lanciare una sorta di “prova globale” del rosso da 20 minuti in tutto il mondo. Dall’altra parte, però, alcune federazioni europee si oppongono fermamente, tra queste c’è la Francia, che ha fatto sapere in maniera chiara la sua posizione tramite il vicepresidente della FFR Jean-Marc Lhermet.
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“Le grandi nazioni del Sud spingono per il cartellino rosso dei venti minuti, sostenendo che l’espulsione di un giocatore abbia un impatto troppo grande sul risultato finale e rischia di far perdere interesse alla gente. Abbiamo consultato il sindacato dei giocatori, il sindacato degli allenatori, gli arbitri. La posizione francese è abbastanza unanime: siamo contrari a questo sviluppo, e lo sono anche altre nazioni del nord” ha dichiarato Lhermet al Midi Olympique.
“Su 160 partite giocate in Tier 1 dal 2021, 30 hanno visto cartellini rossi: la squadra numericamente inferiore ha perso nel 60% dei casi, il che è molto lontano da quello che ci viene detto, cioè che i rossi definitivi falsano le partite. L’impatto del cartellino rosso non è quindi sistematico. La loro tesi secondo cui lo spettacolo verrebbe ucciso da un cartellino rosso non ci sembra fondata” ha proseguito il vicepresidente.
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Lhermet si è poi concentrato anche su un altro tema importante, quello del cartellino rosso come deterrente per i contrasti pericolosi: “Da quando i gesti scorretti, i placcaggi pericolosi e i contrasti in aria vengono puniti con sanzioni più alte, sono quasi scomparsi. Ecco, temiamo che la banalizzazione del cartellino rosso porti alla fine a far ripresentare questo tipo di comportamenti”.
Anche a livello di immagine e filosofia dello sport, secondo Lhermet eliminare l’espulsione definitiva sarebbe dannoso: “Nella mente delle persone un cartellino rosso significa espulsione definitiva. Rischiamo quindi di perdere il grande pubblico lungo la strada. Da un punto di vista più filosofico, e all’interno dello sport di squadra per eccellenza, ci dispiace anche che venga meno l’impatto collettivo di un cartellino rosso: storicamente, la colpa di un giocatore ha sempre avuto un impatto sulla squadra. nella sua interezza”
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