A parlare è il tecnico dei veneti che in passato è stato giocatore degli inglesi
La semifinale di Challenge Cup fra Gloucester e Benetton Rugby è sempre più vicina e in casa dei veneti c’è qualcuno che vivrà questa sfida con ancor più emozione: è l’head coach dei biancoverdi Marco Bortolami che, da giocatore, ha fatto parte – per ben 4 anni – della rosa degli inglesi.
Marco Bortolami: “Giocare contro Gloucester per me sarà speciale”
Intervistato proprio dal sito ufficiale dei “Cherry & Whites” il tecnico ha detto: “Siamo emozionati ed entusiasti: era qui che volevamo arrivare a questo punto della stagione cercando di compiere qualcosa di storico in Challenge Cup”.
Poi ha aggiunto, in una lunga chiacchierata: “Giocare contro Gloucester per me sarà speciale, anche perché saremo protagonisti in un luogo magico del rugby, il Kingsholm”.
Sulla stagione: “E’ stata un’annata che, a mio parere, ci ha visto migliorare, anche perché abbiamo avuto una ventina di giocatori costantemente impegnati a livello internazionale con la maglia dell’Italia: da un lato questo ci porta, come è successo in questa stagione, a ritrovare giocatori poi forti e motivati, dall’altra parte invece ci “costringe” a fare i conti col fatto che si debba contare su una rosa profondissima ed è anche per questo motivo che abbiamo deciso di investire su stranieri di qualità”.
Saturday at Kingsholm it will be a special match for our skipper 🍒🤍💚#BenettonRugby #wearelions pic.twitter.com/FwOwyhxoX1
— Benetton Rugby 🦁 (@BenettonRugby) May 2, 2024
Il lavoro: “Stiamo creando una cultura del lavoro e del gruppo che si sta sviluppando anno dopo anno e speriamo che questo possa diventare un caposaldo per il Benetton. Una squadra di URC contro una di Premiership? Ovviamente ci sono stili diversi di gioco e adattamenti anche in base agli avversari”.
Infine Marco Bortolami conclude dicendo: “Siamo pronti. Ci sentiamo preparati a sfidare Gloucester. Sappiamo che servirà una grande dose di fisicità, ma se ci pensiamo anche nello URC, in particolare contro le squadre irlandesi e sudafricane, c’è spesso bisogno di questo”.
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