Italia, Marco Riccioni: “Tornare in Abruzzo e in Italia è sempre bello”

Dopo l’allenamento allo stadio Fattori di L’Aquila, il pilone teramano ha parlato del suo legame con le sue origini

Italia, Marco Riccioni: “Tornare in Abruzzo e in Italia è sempre bello”

L’Italia ha svolto il ritiro a L’Aquila prima di partire per il Pacifico e affrontare i tre test match delle Summer Series 2024.

L’allenamento a porte aperte di venerdì 21 giugno è stato un successo, con un bagno di folla allo stadio Fattori che ha abbracciato i ragazzi di Gonzalo Quesada per un ultimo saluto prima di volare ad Auckland, base del ritiro azzurro per i test match con Tonga, Samoa e Giappone.

Uno di quelli che si è sentito più a casa di tutto è Marco Riccioni, pescarese di nascita ma cresciuto a Teramo, anche rugbisticamente. Il pilone classe 1997 ha iniziato a giocare proprio nella squadra della sua città, prima di trasferirsi a L’Aquila, a Calvisano con cui ha vinto un campionato italiano nel 2017.

Il 26enne abruzzese ha giocato quattro stagione con il Benetton prima di spostarsi a Londra, nella Premiership, con i Saracens con cui milita dal 2021.

Leggi anche: Summer Series: date e orari dei test match dell’Italia con Samoa, Tonga e Giappone

Italia, Marco Riccioni e il legame con l’Abruzzo

Il pilone teramano ha rilasciato una breve intervista al quotidiano “Il Centro”, a margine dell’allenamento della Nazionale italiana a L’Aquila.

“Se Teramo è la mia prima casa, L’Aquila è la seconda. In questo stesso stadio ho giocato una semifinale del campionato under 16 quando giocavo nelle file della Polisportiva L’Aquila Rugby. Erano i tempi di “Zappò” (Maurizio Zaffiri) e io venivo qui a vedere giocare L’Aquila Rugby 1936″ ha dichiarato il prima linea dei Saracens.

Nonostante da quattro anni si sia trasferito Oltremanica, Marco Riccioni è felice di tornare nella sua regione e in generale in Italia: “Basta guardare la montagna di gente che è qui per noi”. Naturalmente la carriera in Inghilterra porta a una riflessione sulla cultura fra Premiership e Italia: “Lì i bambini giocano a rugby fin dalla scuola, e nessuno ha paura che si facciano male. Ma noi ci stiamo provando, la FIR sta cercando di avvicinare quanti più giovani al mondo del rugby”.

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