Il tecnico dei transalpini inaugura il quadriennio di lavoro
La doppia sfida con l’Argentina e l’incrocio con l’Uruguay da mettere nel mirino: tutto in una settimana. La Francia di Fabien Galthiè è pronta scendere in campo in queste Summer Series 2024 con un roster rivoluzionato e ambizioni che vanno sia a breve sia a lungo termine.
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Francia, Fabien Galthiè: il punto di vista
Intervistato da Rugbyrama, il ct dei Bleus ha detto: “C’è una buona energia in squadra. La prima cosa che ho detto ai tanti nuovi giocatori arrivati – ben 19, ndr – è quella di godersi il momento. Non hanno nulla da perdere e in più avranno la possibilità di vedere una parte nuova del mondo: questo grazie alla loro bravura nel giocare a rugby”.
Poi scende nel dettaglio parlando di Tevita Tatafu: “Ci atteniamo ovviamente alle regole. World Rugby ha detto che sarà eleggibile da ottobre in poi, quindi in questa finestra di partite non potrà giocare. Abbiamo comunque sfruttato l’occasione per inserirlo nella routine dei nostri allenamenti, così per il prossimo autunno sarà comunque un po’ più avanti”.
Argentina il 6 e il 13 luglio, nel mezzo una sfida (non ufficiale) contro l’Uruguay: “Stiamo lavorando su due progetti di squadre distinte: una per la prima partita e l’altra per la seconda. Giovedì 11 luglio, dopo la partita contro l’Uruguay poi cercheremo di capire lo stato di salute generale della rosa e da lì stileremo la formazione per l’ultima gara, ancora contro i Pumas”.
Sugli obiettivi di squadra: “Prima di tutto: non ho ancora ufficializzato un capitano di questa squadra, ma lo farò a breve insieme al mio staff. Il nostro target? Mettere a frutto tutto il lavoro che stiamo facendo e che faremo, sappiamo che l’Argentina è molto forte, come ha dimostrato agli ultimi Mondiali, ma non andremo lì per essere battuti”.
Infine, pensando al quadriennio di lavoro verso la Rugby World Cup 2027, Fabien Galthiè dice: “La vera sfida sarà quella di cercare di gestire, insieme ai club, un gruppo di giocatori “premium” che vorremmo arrivassero al grande evento con il giusto riposo e una forma fisica importante. Se vogliamo sviluppare due generazioni di giocatori, dovremo organizzare un calendario che ci consenta di fare questo andando a proteggere il 20% dei giocatori potenzialmente convocabili. Credo che il rugby francese lo possa fare magari innescando una piramide virtuosa che ci porti benefici a lungo termine”.
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