La WRU ha elaborato un progetto strategico per combattere la crisi del settore professionistico
Durante il Sei Nazioni 2023 la nazionale di rugby del Galles ha vissuto uno dei momenti più bui della sua storia recente. I tagli economici della federazione e la minaccia di sciopero da parte dei giocatori avevano presto fatto capire che gli anni avvenire non promettevano bene.
Poco più di un anno dopo, la Welsh Rugby Union ha ufficializzato un piano di risanamento che dovrebbe accompagnare il settore professionistico verso un futuro più promettente.
“One Wales” è il nome della strategia quinquennale discussa e approvata dalla governance federale al Principality Stadium di Cardiff questa settimana.
Le cifre sottoposte alla stampa interessano varie aree operative, così il direttore finanziario della Welsh Rugby Union Leighton Davies, insieme alla CEO Abi Tierney e al Presidente Richard Collier-Keywood, hanno fatto luce sul tema.
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Il debito da 20 milioni di sterline e il deficit da 15 milioni di sterline
Secondo i dati riportati dalla WRU il debito attuale della federazione ammonta a 20 milioni di sterline. Una cifra che può spaventare, oltretutto accentuata dalla pandemia, ma che non è così insolita per un’azienda da 100 milioni di sterline, spesso alle prese con investimenti i cui benefici non sono immediatamente tangibili.
“L’azienda è in condizioni stabili – ha spiegato Leighton Davies – Tuttavia, dobbiamo guadagnare tramite il rifinanziamento del debito e questo ci aiuterà a colmare il gap finanziario attualmente presente nel settore professionistico. In secondo luogo, questa è in linea di massima la somma del debito assunto nel corso della pandemia in particolare per garantire il sostegno ai nostri club regionali.”
La federazione ha parlato anche di un deficit nei conti di 15 milioni di sterline registrato negli ultimi due anni. Un numero menzionato dal Presidente Richard Collier-Keywood, che ha tenuto a chiarire quanto questa carenza rappresenti un passaggio irrinunciabile per garantire la sopravvivenza del rugby in Galles, gravemente colpito dal Covid.
“Abbiamo discusso di un deficit di 15 milioni di sterline negli ultimi due anni nei conti della WRU”, ha affermato Collier-Keywood. “Ciò non significa che in questi due anni sia stata registrata una perdita di 15 milioni di sterline. Il motivo per cui si parla del deficit è per spiegare che il denaro di CVC – che ha investito nelle competizioni Sei Nazioni e URC – ha storicamente coperto questo deficit. Questo è importante da notare perché le entrate derivanti da questo investimento di CVC si fermeranno nel 2026. Quindi, dobbiamo tenere conto di questo deficit di 15 milioni di sterline da questo momento. L’accordo CVC è complesso ma, in parole povere, la WRU ha venduto una parte delle entrate future derivanti dalla partecipazione al Sei Nazioni, URC e EPCR. Il piano al momento di questo accordo, era quello di utilizzare i soldi derivanti da questa vendita per investire in progetti futuri che avrebbero generato entrate al rugby gallese.”
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29 milioni di sterline per far ripartire il settore professionistico
Seppur previsionale, questa è la cifra complessiva necessaria affinchè i club delle 4 regioni possano affrontare le sfide future con più serenità. Soldi che mancano, ma che vanno trovati per mantenere in vita il sistema.
I 29 milioni (inizialmente teorizzati a 35), secondo la WRU, sono ciò che serve per facilitare il successo di “One Wales”. In altre parole, la cifra identifica un divario stimato in 1,45 milioni di sterline di finanziamenti annuali che dovrebbero essere presenti nelle casse di ogni club regionale nei prossimi 5 anni per raggiungere gli obiettivi prefissati.
Il tetto salariale
A partire dalla prossima stagione tutte e quattro le regioni dovranno gestire l’attività con un tetto salariale di 4,5 milioni di sterline. Sono ammessi solo due giocatori al di fuori di questo limite. Alla base dell’introduzione del salary cap c’è la convinzione che gli stipendi dei giocatori fossero andati fuori controllo e dovevano essere abbassati per una maggiore sostenibilità.
“Questo numero è il tetto salariale per ciascuno dei quattro club regionali”, ha dichiarato Davies. “Il tetto salariale è concordato presso il Professional Rugby Board (PRB), è un contratto collettivo tra i quattro club regionali e l’Unione. L’idea del tetto salariale serve per controllare il mercato dei giocatori in Galles e proteggersi da inutili inflazioni, cioè quando due club regionali si trovano entrambi a voler assumere lo stesso giocatore e quindi a competere per i suoi servizi. Anche la regola dei 25 caps, che ha lo scopo di dissuadere i giocatori dal trasferirsi in altri campionati, ha contribuito a ripristinare il mercato.”
Il contributo alle regioni, nel rispetto dell’autonomia
Ogni anno la WRU contribuisce all’attività delle regioni con 4,275 milioni di sterline in cambio dei loro servizi, che tradotto signfica fornire i giocatori di Cardiff, Scarlets, Dragons e Ospreys a Warren Gatland per le partite della nazionale. È importante notare che questo non è un limite al budget, perchè le squadre sono a tutti gli effetti private.
I club regionali dunque possono generare fondi aggiuntivi attraverso le competizioni, le attività commerciali, gli sponsor e altre iniziative autonome.
“È ovviamente a discrezione della PRB aumentare il tetto salariale sopra descritto se è possibile generare un reddito sufficientemente significativo indipendentemente dal finanziamento stanziato di 4,275 milioni di sterline. Questo aumento dei finanziamenti è uno degli obiettivi della strategia “One Wales”, ha dichiarato Leighton Davies.
L’aiuto del governo gallese
La WRU ha ricevuto 13 milioni di sterline di sovvenzioni dal governo gallese durante il Covid, mentre la federazione ha comunicato di aver già iniziaro il lavoro di rifinanziamento, risparmiando 3 milioni di sterline.
Questo denaro è stato salvato grazie all’introduzione di una collaborazione di servizi condivisi con i quattro club regionali in un accordo che fa parte della strategia ‘One Wales'”. Si tratta di un processo che migliora le’efficienza dei costi annuali e fa parte delle cifre dichiarate sui finanziamenti.
“Un nuovo dirigente ‘Commercial Growth Officer’ supervisionerà questo lavoro di servizi condivisi e cercherà di far crescere il valore commerciale del rugby gallese, per colmare ulteriormente il gap economico che serve per finanziarlo”, ha concluso Leighton Davies.
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