Summer Nations Series: l’identikit di Samoa, prossima avversaria dell’Italia

Come arriva ai test estivi e quali sono i protagonisti della squadra che ospita gli Azzurri ad Apia

Summer Nations Series: le avversarie dell’Italia e i giocatori più pericolosi – ph. Sebastiano Pessina

C’erano grandi attese a Samoa per la prestazione della propria nazionale alla Rugby World Cup 2023.

Un entusiasmo generato dai buoni risultati dell’ultimo anno prima del mondiale e dalla voglia di indossare la maglia blu di una serie di stelle affermate che, grazie al cambio delle regole sull’eleggibilità, aveva avuto l’opportunità di rendersi disponibile per la selezione.

Secondo i parametri della federazione isolana, però, la magra vittoria contro il Cile e i risultati estremamente ravvicinati contro Inghilterra, Giappone e Argentina non sono stati considerati sufficienti. Il quarto posto nel girone, d’altra parte, costringerà Samoa a passare ancora una volta dal percorso di qualificazione al torneo mondiale del 2027.

Proprio il 2027 è l’orizzonte verso il quale prova allora a muoversi Mahonri Schwalger, capo allenatore recentemente subentrato a Seilala Mapusua, che per onore di cronaca va citato come uno dei principali artefici di una rinnovata competitività di Samoa, malgrado il gioco espresso dalla squadra non sia stato necessariamente entusiasmante.

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In una lista di convocati colma di nomi nuovi si evidenziano infatti le assenze di alcuni dei protagonisti del mondiale. Non ci sarà, ad esempio, nessuno dei cinque piloni convocati per il mondiale, tra cui spiccavano i nomi di Charlie Faumuina e Michael Ala’alatoa. Fritz Lee, Steven Luatua, Christian Leali’ifano, Lima Sopoaga, Ulupano Seuteni, Ben Lam sono alcuni dei nomi degli altri assenti rispetto alla lista mondiale. Qualcuno di questi non tornerà più in nazionale (Lee ha 35 anni, Leali’ifano 36), qualcun altro si potrà rivedere (Seuteni è uno dei migliori numero 13 di Top 14).

In più, oltre a dover dire addio a questo notevole quantitativo di talento, Samoa deve affrontare un periodo davvero limitato di tempo insieme. La squadra si è riunita solo pochi giorni prima della sfida contro l’Italia, senza la possibilità di effettuare troppo rodaggio, e non ha mai giocato insieme dopo la Rugby World Cup.

Non ci sono però solo assenze e problemi per i samoani, ma anche alcuni protagonisti di sicuro valore.

Samoa: capitano e stella, Theo McFarland

Un giorno Theo McFarland si trova sul pullman della nazionale samoana di basket, con la quale gioca. L’autobus si ferma, sale una persona: è Brian Lima, il Chiropratico, stella della nazionale di rugby al mondiale 2003, uno dei cinque mondiali a cui ha partecipato.

Lima sale sul mezzo fermo, avanza tra i seggiolini in mezzo al silenzio, va dall’allenatore e gli dice che quel ragazzo lì, McFarland, deve scendere. Basta con il basket per lui, se si gioca bene le sue carte può diventare un professionista della palla ovale.

È con questa assurda storia che inizia la carriera da professionista del miglior giocatore di Samoa, terza linea dei Saracens di 28 anni arrivato al rugby appena da un lustro e punto fermo di uno dei club migliori al mondo.

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McFarland combina a un corpo massiccio e potente una mobilità fuori dal comune e doti atletiche di primissimo livello. Il suo passato da cestista gli ha lasciato in eredità una manualità unica, che gli permette di gestire con una serenità unica le ricezione aeree del pallone da restart o in rimessa laterale e di offrire offload visionari.

Nel nuovo ciclo è il capitano della squadra e il giocatore più importante della nazionale samoana. Fermarlo sarà uno dei compiti principali degli Azzurri, che già ci riuscirono con discreto profitto nel test del novembre 2022.

Argento vivo: Jonathan Taumateine

Forse lo ricorderete dalla Rugby World Cup, questo numero 9 il cui mullet platinato contrasta con l’incarnato polinesiano.

Taumateine è stato una delle note più positive di Samoa al mondiale, un mediano di mischia che gioca come una terza linea: fisico, esplosivo, sempre attento alle opportunità di attaccare in prima persona, duro al placcaggio e coraggioso nel mettere mani nel punto d’incontro. Ha un’energia inesauribile ed esplosiva, seppur non sia il giocatore più preciso e ordinato, perdendosi ogni tanto nella sua stessa esuberanza.

Ha 27 anni e gioca nei Moana Pasifika, seppure dopo il mondiale abbia trovato spazio limitato con la franchigia del Super Rugby.

Esperienza in fondo al campo: Duncan Paia’aua

Nato in Nuova Zelanda da genitori samoani, cresciuto in Australia e selezionato dai Wallabies più volte senza mai scendere in campo in partite ufficiali, Duncan Paia’aua è un vero e proprio coltellino svizzero a disposizione dello staff della nazionale samoana.

Il giocatore del Tolone può disimpegnarsi come centro e come estremo. Ha un bagaglio di abilità piuttosto ampio, combinando a una notevole fisicità anche buone skills e capacità di distribuzione. Ottimo attaccante, ha nella continuità diretta una volta placcato la sua specialità della casa.

Con il club viene quasi unicamente utilizzato come numero 12: in stagione ha giocato tutte e tredici le volte in cui è sceso in campo in quel ruolo, segnando 4 mete in 941 minuti di gioco. Con la nazionale veste invece più spesso la maglia numero 15.

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