Italia, Quesada: “Potevamo vincere anche giocando male, questa cosa mi fa diventare pazzo”

La rabbia del tecnico azzurro: “Sul 25-15 avremmo dovuto soltanto gestire, ma abbiamo perso tutte le collisioni. Le difficoltà non possono essere un alibi, le mete subite le abbiamo regalate noi”

Italia, Quesada: "Potevamo vincere anche giocando male, questa cosa mi fa diventare pazzo" ph.-S.pessina

Italia, Quesada: “Potevamo vincere anche giocando male, questa cosa mi fa diventare pazzo” (ph. Sebastiano Pessina)

È un Gonzalo Quesada molto contrariato quello che si vede in conferenza stampa dopo la sconfitta dell’Italia per 33-25 ad Apia contro le Samoa. Un passo indietro rispetto al Sei Nazioni, soprattutto perché ancora una volta gli Azzurri hanno mancato la prova di maturità nel momento in cui bisognava gestire una partita da vincere. La causa della sconfitta, però, sta soprattutto nell’aver subito l’impatto fisico delle Samoa, come spiegato da coach Quesada: “Abbiamo subito troppo fisicamente, siamo stati dominati a contatto e quando una squadra come Samoa guadagna così facilmente la linea del vantaggio diventa tutto complicato. Quello che mi fa diventare pazzo è che avremmo potuto vincere anche giocando male, anche con tutte le difficoltà che abbiamo avuto”.

Italia, Quesada: “Abbiamo sbagliato i momenti chiave. Sul 25-15 dovevamo solo gestire”

Il tecnico si è soffermato proprio sul concetto di vincere anche giocando male: “Dobbiamo imparare a vincere anche quando le cose non vanno come avrebbero dovuto. Sono deluso dal modo in cui abbiamo sbagliato i momenti chiave quando sarebbe bastato avere un po’ più di controllo. Dovevamo vincere questa partita per crescere ancora. Io per primo come allenatore mi assumo le mie responsabilità, voglio capire perché abbiamo sbagliato. Sapevamo che non c’erano le condizioni per fare la partita perfetta, ma proprio per questo avremmo potuto imparare a vincere anche giocando male, sarebbe stato un altro importante passo avanti nella nostra crescita. Sul 25-15 avremmo dovuto soltanto gestire, ma abbiamo cominciato a perdere le collisioni”.

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Quesada ha individuato due momenti chiave della partita, uno per tempo: “Dopo la meta di Lynagh sul contrattacco con Ioane sembrava avessimo trovato la chiave per prendere in mano la partita e vincerla. I samoani non sembravano in fiducia, abbiamo avuto 2-3 occasioni per segnare ancora e non le abbiamo sfruttate. Abbiamo avuto problemi in touche e in totale abbiamo perso 16 o 17 palloni a contatto. In questo modo Samoa ha avuto la possibilità di togliersi di dosso i dubbi che aveva e di riprendere fiducia: li abbiamo lasciati in partita e alla prima occasione sono riusciti a segnare. Tutte le loro mete sono nate da nostri errori”.

Il secondo momento chiave è stata la scelta di non piazzare sul 25-25: “Avevo chiesto di prendere 3 punti, ma i ragazzi hanno deciso di andare in touche e si sono presi le loro responsabilità, anche perché questa scelta ci aveva portato ad avere due calci di punizione consecutivi dal drive. Siamo andati vicini a segnare ma non lo abbiamo fatto, e lì abbiamo perso l’opportunità di tornare davanti”.

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Quesada: “Non avevamo neanche le immagini, ma non puà essere un alibi”

Chiaramente, la partita si è giocata in condizioni molto difficili. Addirittura, come spiega Quesada, lo staff azzurro non aveva nemmeno il monitor con le immagini davanti, come accade sempre nelle partite internazionali: “È anche difficile fare un’analisi perché ho visto la partita a bordo campo, sulla panchina, perché in cabina non c’erano immagini per vederla, non avevamo nemmeno internet, per cui magari chi è da casa ha visto delle cose meglio di come le abbiamo viste noi. Tutto questo però non può essere un alibi. Ripeto, potevamo vincere anche giocando male in una partita brutta, e questo mi fa diventare pazzo, perché ci avrebbe fatto crescere ancora. Devo parlare con i giocatori per avere più risposte su ciò che hanno sentito in campo, proprio perché non abbiamo visto le immagini, ma sul 25-15 c’era solo da gestire,e invece ci siamo complicati la vita”.

Adesso bisogna pensare alle prossime partite, perché l’unico modo di salvare questo tour è battere Tonga e Giappone. Per la sfida contro gli isolani, Quesada dovrà trovare il modo di unire la necessità di inserire forze fresche a quella di non stravolgere la squadra: “Il sonno non è il punto forte degli allenatori. Passiamo le notti a prendere appunti, e oggi lo faremo ancora di più. Dopo le vittorie è molto più facile fare la formazione, dopo le sconfitte diventa difficile perché bisogna fare dei cambiamenti, e con Tonga ci saranno perché servono forze fresche. Non possiamo cambiare troppo però, perché rischiamo di non avere ritmo in una partita che sarà identica a quella di oggi”.

Infine, Quesada ha parlato di Capuozzo: “Ange è arrivato mercoledì, quindi abbiamo lasciato che si preparasse ad Auckland insieme a Negri che si è infortunato, in modo da non aggiungere ulteriore carico al suo viaggio. In questo modo lunedì lo ritroveremo più fresco e pronto per le prossime partite”.

Francesco Palma

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