Il quadro complessivo degli intensi weekend estivi di rugby internazionale
La finestra estiva del rugby internazionale è iniziata ben prima del 6 luglio, con un trittico di appuntamenti già in programma a partire dal 22 giugno. Le partite su cui però si è concentrata gran parte dell’attenzione del pubblico e degli addetti ai lavori, sono quelle delle ultime due settimane, giocate tra sabato 6 e sabato 13 luglio.
Le formazioni dell’Emisfero Nord e quelle dell’Emisfero Sud hanno dato vita a confronti senza esclusione di colpi, attraverso sfide ricche di spunti tecnici.
Sono scese in campo le principali venti squadre del ranking mondiale, ad eccezione di Fiji e Portogallo che giocheranno nel terzo turno del calendario estivo, rispettivamente contro Nuova Zelanda e Sudafrica.
Ecco un breve riassunto sullo stato dell’arte, su chi scende e su chi sale nelle quotazioni di questo primo intenso scorcio di Summer Series 2024.
Emisfero Nord, chi sale
L’unica squadra capace di inanellare due vittorie su due partite è stata la Scozia. Va detto che gli uomini di Gregor Townsend hanno affrontato le sfide più facili, con Canada (vittoria per 72 a 13) e USA (vittoria per 42 a 7). Finora i Dark Blues sono stati bravi a miscelare efficacemente i top player con i giocatori emergenti, ritrovando la regia di Adam Hastings, il record di mete di Duhan van der Merwe e la brillantezza di Kyle Rowe.
Nonostante le due sconfitte patite dalla Nuova Zelanda (16 a 15 nel primo test, 24 a 17 nel secondo), chi ha dimostrato una forma convincente è l’Inghilterra. Gli uomini di Steve Borthwick hanno accettato lo standard imposto dagli All Blacks e hanno giocato alla pari, mettendo in difficoltà una squadra zeppa di talento. Gli inglesi escono dalla serie un po’ corti in prima linea, talvolta frenati dall’indisciplina, ma anche capaci di proporre situazioni d’attacco creative e di valorizzare un triangolo allargato da guardare attentamente, come quello composto da Furbank, Freeman e Feyi-Waboso.
Promossa anche l’Irlanda che si trovava davanti ad un compito non facile: andare in Sudafrica e mettere in discussione la leadership dei Campioni del Mondo. Nel primo test gli Springboks hanno avuto la meglio per 27 a 20, mentre nel secondo test è venuto fuori tutto il temperamento di una squadra mai doma, magistrale nell’ imbrigliare i Boks e a non consentire di dominare nelle aree del gioco a loro più congeniali. Il drop di Frawley con cui gli uomini di Farrell hanno vinto per 25 a 24 il match di Durban potrebbe essere tranquillamente la copertina dell’estate 2024.
Una menzione speciale va alla Georgia e la Spagna, entrambe sugli scudi negli eventi di sabato 13 luglio. I Lelos hanno espugnato Sendai vincendo 25 a 23 con il Giappone, una vittoria pesante, in cui ha avuto un’influenza notabile l’indisciplina nipponica. Gli spagnoli invece hanno lottato punto a punto con Samoa sul difficile campo dell’Apia Park, rimediando una sconfitta più che onorevole con il punteggio di 34 a 30.
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Emisfero Nord, chi scende e chi viene rimandato
Giudizio sospeso per l’Italia. La sconfitta con Samoa per 33 a 28 e la vittoria con Tonga per 36 a 14 tengono il bilancio dei risultati in equilibrio. Ad Apia sono emerse imprecisioni a cui non eravamo più abituati, in più è mancata la capacità di dosare le energie mentali e fisiche per ottanta minuti. A Nuku’alofa invece si è vista la reazione di maturità che tutti si aspettavano e che dovrà essere concretizzata senza indugi nel terzo capitolo del tour.
Scende il Galles di Warren Gatland. I Dragoni hanno perso i due test con l’Australia (25 a 16 a Sidney, 36 a 28 a Melbourne) e di fatto non hanno ancora vinto una partita nel 2024. Schiacciati dal peso eccessivo degli errori, i gallesi fin qui hanno poco da salvare, se non qualche prestazione individuale (Dewi Lake in veste di capitano ha dimostrato di avere gli attributi), la solidità da maul e dei lampi in attacco che saltuariamente hanno riacceso un po’ di entusiasmo.
Difficile pensare alla Francia senza considerare ciò che è successo fuori dal campo. Se nel primo test con i Pumas era arrivata una buon vittoria per 13 a 28, nel secondo test gli argentini sono riusciti ad avere la meglio per 33 a 25 su dei Bleus apparsi discontinui e visibilmente distratti. La volontà dello staff di introdurre nuove soluzioni tecniche è andata a buon fine solo nei primi 80 minuti, a cui si somma una vittoria per 43 a 28 su di un Uruguay troppo morbido.
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Emisfero Sud, chi sale
Gli All Blacks avevano un cliente difficile come l’Inghilterra e lo affrontavano con le incognite di un nuovo assetto tecnico pronto a scrivere nuove pagine di storia. Dopo 160 minuti di battaglia si può dire che l’esame è andato a buon fine, seppur con qualche brivido. D’altronde Scott Robertson non poteva aspettarsi subito una Nuova Zelanda in modalità schiacciasassi. La qualità in rosa c’è e si vede, ma la caratteristica più evidente dei suoi uomini è che sono stati resilienti. Si sono adattati a combinazioni tattiche inusuali, hanno vinto in condizioni difficili e approcciano il Rugby Championship in veste di favoriti.
Buone vibrazioni arrivano anche dall’altra parte del mare di Tasmania, dove Joe Schmidt ha riportato l’Australia sul pianeta terra. Rivedere i Wallabies così concreti è una sorpresa, soprattutto dopo le travagliate vicende dell’ultimo mondiale. In particolare, risalta la qualità difensiva, dove è venuta fuori una batteria di terze linee molto abrasiva nel gioco a terra, e un triangolo allargato nuovamente temibile quando decide di contrattaccare.
Infine Samoa. La squadra ha accolto la nuova guida tecnica di Mahonri Schwalger nel miglior modo possibile, due vittorie con Italia e Spagna, arricchite dal coinvolgimento di giocatori esordianti. Una nota lieta in vista della prossima Pacific Nations Cup
Emisfero Sud, chi scende e chi viene rimandato
Posizione interlocutoria per il Sudafrica. Nel primo round della serie con l’Irlanda si è vista tutta la forza brutale di una squadra abituata a giocare a memoria. Poi nel secondo round, nonostante i 990 caps messi in lista gara, gli uomini di Rassie Erasmus non sono stati capaci di assestare il colpo del KO ad una rediviva Irlanda. Purtroppo per loro, dai campioni del mondo ci si aspetta sempre qualcosa in più.
Stessa sorte, seppur invertita nelle tempistiche, per l’Argentina. Il nuovo corso di Felipe Contepomi è iniziato male a Mendoza. Lì la Francia ha esplorato un po’ tutti i punti deboli di una squadra non sempre capace di andare oltre un lodevole spirito battagliero. Nella seconda partita si è vista maggiore qualità esecutiva che ha consentito ai Pumas di non finire subito nel tritacarne delle critiche.
Non sorride nemmeno Eddie Jones. Il coach di origine australiana deve ancora trovare la giusta alchimia alla guida dei Brave Blossoms. Le due sconfitte con Inghilterra e Georgia vanno contestualizzate in un momento sperimentale, in cui gli obiettivi guardano avanti nel tempo. In ogni caso, come per Gonzalo Quesada, a fare la differenza sul bilancio estivo sarà la partita domenica 21 luglio a Sapporo tra Giappone e Italia.
Valerio Bardi
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