A Maldonado derby sudamericano tra Teros e Pumas, entrambe alla ricerca di nuove certezze
Per 579 chilometri l’Uruguay e l’Argentina condividono una linea di confine, delimitata dal Rio Uruguay. Quando il fiume si congiunge con l’altro corso d’acqua, il Paranà, genera il Rio de la Plata, un grande estuario a imbuto che rientra nella costa sudamericana. Su una sponda sorge Buenos Aires, sull’altra Montevideo.
Poco fuori dal Rio de la Plata, sull’Oceano Atlantico, sorge la città uruguaiana di Maldonado, dove si affrontano proprio Uruguay e Argentina nel derby sudamericano che chiude l’ampio menù del sabato internazionale.
Una partita tra vicini di casa sentita e attesa, una delle prime uscite dei Teros dopo il mondiale contro la potenza dominante del continente. L’opportunità per Andres Vilaseca e compagni di ritrovare la strada battuta nello scorso ciclo mondiale, quello in cui l’Uruguay è cresciuto da una squadra minore del rugby mondiale a una ambiziosa protagonista tra le squadre di seconda fascia, capace di mettere in difficoltà Italia e Francia alla Rugby World Cup.
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L’Uruguay del nuovo tecnico di Rodolfo Ambrosio, però, ha la difficoltà di dover fare a meno di tanti giocatori: il migliore, Santiago Arata, si è infortunato; Baltazar Amaya, Bautista Basso, Felipe Arcos Pérez, Mateo Viñals e Ignacio Facciolo, alcuni dei trequarti più forti del gruppo, sono assenti perché parteciperanno al Sevens olimpico.
Dall’altra parte c’è un’Argentina che vuole mettere alla prova alcuni giocatori meno collaudati come titolari, fra cui Tomas Albornoz e Ignacio Mendy, senza però dimenticare di imporre la necessaria tariffa agli avversari.
Contepomi, d’altronde, ha bisogno di consolidare al più presto certezze in vista del Rugby Championship e ha bisogno di verificare la consistenza di un certo numero di veterani come Jeronimo de la Fuente e Santiago Cordero (infortunato per tutta la stagione in Europa).
I Pumas possono puntare a imporsi in mischia ordinata e, in generale, con il gioco degli avanti, ma dovranno guardarsi dalle capacità degli uruguaiani di recuperare la palla nel punto d’incontro con Santiago Civetta e, soprattutto, l’indomabile Manuel Ardao.
Pronostico piuttosto indirizzato per la gara, ma una partita che non farà mancare la componente di pathos, passione e scontro che caratterizza il rugby latinoamericano.
Uruguay: 15 Ignacio Alvarez, 14 Juan Manuel Alonso, 13 Tomas Inciarte, 12 Andres Vilaseca (C), 11 Nicolas Freitas, 10 Felipe Etcheverry, 9 Santiago Alvarez, 8 Manuel Diana, 7 Santiago Civetta, 6 Manuel Ardao, 5 Manuel Leindekar, 4 Felipe Aliaga, 3 Reinaldo Piussi, 2 German Kessler, 1 Mateo Sanguinetti
A disposizione: 16 Guillermo Pujadas, 17 Ignacio Peculo, 18 Diego Arbelo, 19 Diego Magno, 20 Lucas Bianchi, 21 Carlos Deus, 22 Joaquin Suarez, 23 Juan Bautista Hontou
Argentina: 15 Santiago Cordero, 14 Ignacio Mendy, 13 Santiago Chocobares, 12 Jeronimo dela Fuente, 11 Mateo Carreras, 10 Tomas Albornoz, 9 Gonzalo Bertranou, 8 Joaquin Oviedo, 7 Marcos Kremer (C), 6 Joaquin Moro, 5 Pedro Rubiolo, 4 Franco Molina, 3 Eduardo Bello, 2 Ignacio Ruiz, 1 Thomas Gallo
A disposizione: 16 Ignacio Calles, 17 Mayco Vivas, 18 Francisco Coria Marchetti, 19 Matias Alemanno, 20 Pablo Matera, 21 Gonzalo Garcia, 22 Santiago Carreras, 23 Matias Orlando
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