Il tecnico è soddisfatto di questo intenso e difficile mese nel Pacifico: “Oggi grande difesa, il Giappone ha attaccato tanto ma non è passato, peccato per le 2 mete prese su nostro possesso. La sconfitta con Samoa? Bisogna valutare anche le condizioni”
L’Italia chiude bene un tour estivo complicato battendo 42-14 il Giappone a Sapporo. Un match dominato dagli Azzurri nonostante i due passi falsi tra primo e secondo tempo, con due mete evitabili regalate a Riley: “Due mete incredibili – le ha definite Quesada – ma nate da due situazioni in cui eravamo in attacco. Quando il Giappone ha provato a superare la nostra difesa non è mai passato”.
Innanzitutto, Quesada ha aperto la conferenza stampa rassicurando tutti sulle condizioni di Paolo Garbisi (qui per maggiori approfondimenti) uscito in barella dopo un colpo alla testa che aveva fatto temere il peggio: “Paolo sta bene, era in riunione di spogliatoio e ora è qui con gli altri ragazzi. Tutto a posto anche per Lorenzo Cannone (anche lui uscito per HIA, ndr). Entrambi faranno i test necessari nei prossimi giorni per valutare le possibili concussion, ma stanno bene. Lynagh è uscito per un infortunio, valuteremo le sue condizioni”.
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Quesada: “Partita positiva, soprattutto per le condizioni in cui ci siamo arrivati”
Il tecnico è passato poi ad analizzare la partita: “Un primo tempo molto positivo e un secondo in cui nonostante il poco possesso siamo stati bravi a sfruttare tutte le occasioni, soprattutto per le condizioni in cui siamo arrivati a questa partita. Siamo arrivati a Tokyo dopo 11 ore di volo, ci siamo allenati 2 giorni a 45 gradi prima di prendere un altro aereo per andare a Sapporo contro una squadra che gioca a un ritmo incredibile. In queste condizioni è stata una tournee importante per noi: è stato un ulteriore passo avanti come gruppo. Da fuori si vedono solo le partite, ma da dentro abbiamo visto tutte le difficoltà che abbiamo dovuto accettare. Vedere i giocatori dare tutto in questo modo in un secondo tempo molto difficile mi rende orgoglioso, con una grande difesa”.
“La disciplina è stata davvero un problema” ha spiegato Quesada: “Non ho capito tanti calci di punizione contro di noi, ma non voglio parlare dell’arbitro. Ci sono però dei segnali positivi. Abbiamo giocato con la squadra più atletica del mondo per 30 minuti con un giocatore in meno, e abbiamo vinto”.
Il bilancio del tour
Dopo aver analizzato Giappone-Italia, Quesada ha fatto un’analisi complessiva del tour dell’Italia: “Dopo questa partita il bilancio generale del tour è molto positivo. Noi sappiamo la verità su quello che è successo in questo tour. Non so quante delle squadre tra le ‘top’ al mondo avrebbero accettato di fare quello che abbiamo fatto noi: abbiamo affrontato questo tour con tutta l’energia possibile. Abbiamo vinto 2 partite e contro Samoa abbiamo perso in condizioni davvero difficili senza la preparazione che avremmo dovuto avere: siamo arrivati nella notte 2 giorni prima del match. Tutto quello che dipendeva da noi lo abbiamo fatto bene, e questa settimana lo dimostra. Nonostante la stanchezza i ragazzi hanno fatto una grande partita contro una squadra difficile da affrontare. Contro Samoa non siamo stati perfetti, stavolta abbiamo saputo vincere”.
“Cosa bisogna migliorare? Sicuramente la rimessa laterale. Abbiamo dimostrato anche oggi di saper difendere bene, ma abbiamo bisogno di farlo di meno. Per fare ciò è importante non regalare possessi in touche. Inoltre, una migliore rimessa ci serve per avere palloni di maggior qualità in attacco. Anche sulla disciplina dobbiamo fare meglio. Nel complesso però il nostro tour è positivo”.
Adesso, la priorità sarà riposare: “Non so nemmeno dove andrò in vacanza (ride, ndr) ha prenotato tutto mia moglie per 10 giorni ma non so dove andremo. Sicuramente non a Samoa, Tonga o Giappone (ride, ndr). Scherzi a parte, il mio lavoro non finisce oggi: devo parlare con le franchigie in modo che i ragazzi possano riposare nel modo migliore, ma sono preoccupato soprattutto per i ragazzi che giocano all’estero e non avranno un grande periodo di riposo, questo è un problema”.
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