L’allenatore dei trequarti è al lavoro tutti i giorni dalle 6 del mattino, e sta provando a migliorare ulteriormente i meccanismi del gioco biancoverde
Nella stagione 2023-24, quella del ritorno ai playoff e della semifinale di Challenge, il Benetton si è evoluto notevolmente in attacco. Rispetto all’inizio dell’annata, dove i biancoverdi facevano fatica a finalizzare, col passare del tempo sono arrivati sempre più punti e sempre più mete, soprattutto nel gioco rotto, diventato una specialità della casa. Il lavoro è stato fatto soprattutto dall’allenatore dei trequarti Alessandro Troncon, che dopo questa prima stagione ha per le mani un sistema molto più rodato e – come raccontato al Gazzettino di Treviso – inserirà ulteriori novità nel gioco d’attacco del Benetton.
“C’è stata sicuramente un’evoluzione in positivo. È stato necessario un po’ di rodaggio perché il nuovo sistema è basato molto di più sul
possesso e sul costruire fasi nella continuità, con l’obiettivo di trovare il momento giusto per fare la differenza” ha spiegato Troncon al Gazzettino di Treviso.
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Adesso, è tempo di ulteriori novità: “Partendo da quanto fatto finora abbiamo inserito delle cose nuove, e vedremo come la squadra riuscirà ad adattarsi a questi nuovi sistemi e al modo di giocare che vogliamo avere quest’anno”.
“Abbiamo lavorato sui fondamentali, sulla tecnica dei passaggi, sulle piccole superiorità numeriche e sulle strutture. In particolare, ci siamo concentrati sul gioco destrutturato, che è la situazione più difficile da difendere. Nel momento in cui rientreranno anche i nazionali andremo a riprendere tutti i nostri sistemi” ha proseguito Troncon, la cui giornata “inizia sempre alle 6, alle 7 riunione e poi i vari appuntamenti con i giocatori”.
L’ex mediano di mischia azzurro ha detto la sua anche sui due acquisti più chiacchierati della stagione, Louis Lynagh e Matt Gallagher.
Su Lynagh: “Mi sembra che ami giocare non solamente nella sua posizione ma che vada a cercare il pallone, ed è abbastanza consistente in quello che fa. Mi aspetto che si muova molto senza palla e lavori bene in questo senso, perché nel rugby è così. Ho avuto il privilegio di giocare con Michael (suo padre, ndr). Un carattere splendido, persona umilissima e, soprattutto, mi ha aiutato molto a crescere e a essere più efficace in quello che facevo”.
Su Gallagher: “L’impressione che mi ha dato è di un giocatore molto rigoroso, molto forte su determinati aspetti del gioco, come su quello aereo. A livello tattico, molto preciso. Diciamo che, per caratteristiche, si cerca sempre di inserire in rosa qualcuno che sia complementare a quello che si ha già”
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