L’ex mediano neozelandese: “In questo momento siamo prevedibili. Non siamo fuori forma, ma fuori sincrono”
La sorprendente sconfitta per 30-38 contro l’Argentina a Wellington ha scatenato una raffica di critiche nei confronti degli All Blacks, e soprattutto nei confronti del tecnico Scott Robertson. In Nuova Zelanda le sconfitte sono sempre più pesanti che altrove, e questa contro i Pumas non ha fatto eccezione. Tra i più critici c’è stato l’ex mediano di mischia degli All Blacks (81 caps tra il 1995 e il 2005) Justin Marshall, che ha detto la sua The Platform.
In particolare, Marshall ha criticato due scelte di Robertson: quella di schierare Damian McKenzie nel ruolo di apertura e quella di togliere Sevu Reece e non lo stesso McKenzie al posto del subentrato Jordan, che a suo parere avrebbe dovuto giocare estremo nel secondo tempo.
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“Mi chiedo se Scott Robertson e il suo staff di allenatori abbiano preso la decisione giusta con Will Jordan. Stavamo annegando. Quando ho visto che stava per entrare Will Jordan ho pensato avessimo bisogno di cambiare la dinamica di quello che stavamo vedendo” ha detto Marshall.
“Beauden Barrett è un giocatore più diretto di Damian McKenzie, che per caratteristiche è finito nelle mani di una difesa così veloce e altrettanto resistente nei 15 metri ai lati del raggruppamento come quella dell’Argentina”.
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Secondo Marshall “Barrett avrebbe offerto qualcosa di diverso, perché dà agli altri giocatori diverse opportunità, e Will Jordan può aprire la partita da dietro, molto simile a ciò che ha fatto Beauden a Eden Park contro l’Inghilterra”.
“In questo momento siamo prevedibili, ma non sto criticando dei giocatori in particolare: non sono fuori forma, ma leggermente fuori sincrono. Non penso che McKenzie stia giocando male, ma in quel momento avremmo dovuto cambiare il piano d’attacco, con Barrett a 10 e Will Jordan ad estremo, per cambiare la dinamica della partita.
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