Lo scorso 3 luglio il direttore generale del club ha lasciato l’incarico insieme al presidente Alessandro Banzato, chiudendo un ciclo di 5 stagioni
Il 3 luglio scorso, al termine di un campionato di Serie A Elite vittorioso, il presidente del Petrarca Rugby Alessandro Banzato e il direttore generale del club Vittorio Munari hanno annunciato che avrebbero lasciato i rispettivi incarichi.
Un duplice saluto che era nell’aria prima ancora della conquista del 15esimo scudetto in questa stagione, il secondo dell’era Banzato. “Cinque anni in cui il Petrarca è sempre arrivato in finale, a parte naturalmente la stagione in cui il campionato si è fermato per il Covid”, ha specificato il braccio destro Vittorio Munari in un’intervista a Il Gazzettino.
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Vittorio Munari: “Lascio un Petrarca solido, ma che dovrà adeguarsi ai tempi”
“È solo terminato un ciclo – prosegue Munari – Ero tornato al Petrarca su richiesta di Banzato. Eravamo arrivati e ce ne siamo andati contemporaneamente, non c’è molto da aggiungere. Tuttavia, per l’ordinaria amministrazione, sto continuando a dare una mano”.
“Che Petrarca abbiamo lasciato? Direi ben strutturato In questi anni si sono aggiunti molti collaboratori, ognuno con le sue mansioni, la parte tecnica la sta portando avanti Corrado Covi, che è assolutamente preparato e che del resto si occupava già di molte cose ancora prima che io tornassi in società. Da questo punto di vista il Petrarca è in buone mani”.
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“Dal punto di vista dirigenziale credo che ci potrà essere continuità di intenti, anche se sostituire Banzato non sarà semplice. Quello che diventerà il nuovo presidente e tutta la dirigenza si dovranno raffrontare con la realtà padovana di oggi, e non pensare più a come era una ventina di anni fa. Il Petrarca ha tradizione, storia, ma i tempi cambiano ed è necessario adeguarsi”.
“Gli impianti del Petrarca sono completamente privati e sono costosi, si deve pagare l’Imu, pagare la manutenzione, non ci sono contributi che arrivano. Intendo dire che non c’è solo da provvedere a reperire i fondi per l’attività sportiva vera e propria. Non è per niente facile ed è per questo che dico che è obbligatorio adeguarsi ai tempi”.
Infine Vittorio Munari ha anche risposto a una domanda riguardo al suo futuro: “Non so se ho chiuso definitivamente con il rugby, non si può mai dire, però ho 72 anni e in questo momento le mie priorità sono altre. Tuttavia mi riprometto di andare ad assistere a qualche allenamento, anche per salutare Victor Jimenez, Paul Griffen e i giocatori a cui sono e resto legato”.
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