Quale numero 10 per la sfida decisiva del Rugby Championship?
Quando è stato il momento di giocare duro Rassie Erasmus ha sempre voltato lo sguardo verso le proprie certezze.
Alla Rugby World Cup 2023 quelle certezze erano alte 188 centimetri, pesavano 96 chilogrammi e avevano la faccia, il corpo e il piede destro di Handré Pollard. Il numero 10 campione del mondo nel 2019 aveva iniziato il mondiale più recente fuori dalla formazione titolare, anche a causa di un infortunio ravvicinato all’inizio delle gare, ma era poi tornato in auge in semifinale e in finale, per mettere tra i pali i calci che hanno dato il secondo titolo consecutivo agli Springboks.
Ora, alla vigilia della partita che può dare al Sudafrica un certo margine di sicurezza di riuscire a centrare la vittoria del Rugby Championship, successo che manca dal 2019, Rassie Erasmus si trova di nuovo di fronte a un dilemma familiare: confermare la fiducia a un giocatore più giovane che fa girare meglio l’attacco della squadra o rivolgersi al solito veterano per avere tutta la carica della sua esperienza?
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Il quesito può essere fuorviante. Sacha Feinberg-Mngomezulu, infatti, è un giocatore di un’altra pasta rispetto a Manie Libbok, che era partito titolare durante la RWC 2023.
Ottimo giocatore Libbok: un giocatore dalle grandi doti offensive, capace di far girare al meglio la squadra quando in possesso di palla e di orchestrarne in maniera letale le fasi di transizione. Però anche afflitto da almeno un paio di difetti consistenti, quali la ricorrente imprecisione dalla piazzola e la leggerezza difensiva, che ha spesso costretto lo staff a nasconderlo nella profondità del campo.
Il giovane Feinberg-Mngomezulu, invece, a 22 anni ha già dimostrato alcune doti clamorose, in particolare proprio una precisione esiziale di fronte ai pali e un coinvolgimento difensivo capace di superare anche quello di Handré Pollard.
Secondo i dati raccolti dal profilo Twitter AnalystGus, dopo il primo test contro l’Australia il trequarti degli Stormers aveva compiuto il maggior numero di placcaggi e la maggior percentuale di placcaggi sul totale degli interventi della squadra tra tutti i mediani di apertura che hanno vestito la maglia degli Springboks dal 2018 a oggi.
Malgrado il campione ridotto di minuti disputati, è evidente che il classe 2002 ha le potenzialità per diventare uno dei giocatori più completi che il Sudafrica abbia mai potuto vantare in maglia numero 10. Altrettanto evidente è che Handré Pollard ha dalla sua un bagaglio esperienziale di tutt’altro livello, che gli permette di essere uno dei mediani di apertura con il più basso tasso di errori in campo dell’intero pianeta.
A Erasmus, allora, il compito di decidere quale strada imboccare in vista della sfida agli All Blacks di sabato 31. Una scelta che, quale che sia, si riproporrà una settimana più tardi, in base al risultato ottenuto.
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