La squadra di Erasmus sembra avere il Torneo in mano, ma cosa può ancora accadere nelle prossime settimane?
La quarta giornata del Rugby Championship potrebbe già decidere il torneo, virtualmente o addirittura matematicamente. Tutto passa dalla sfida tra Sudafrica e All Blacks, che a Città del Capo si riaffrontano a una settimana di distanza dal successo degli Springboks di sabato scorso, maturato in rimonta contro una Nuova Zelanda che ha guidato il match per larghi tratti ma ha ceduto nel finale. La squadra di Rassie Erasmus può chiudere i giochi già alla quarta giornata: con una vittoria, sarebbe quasi impossibile raggiungerla, e alcuni scenari toglierebbero anche il “quasi”.
La classifica al giro di boa, infatti, dice Sudafrica 14 punti, All Blacks 6, Argentina 5, Australia 4. Se gli Springboks dovessero vincere col punto di bonus e l’Australia battere l’Argentina senza le 4 mete, i ragazzi di Erasmus potrebbero già festeggiare la matematica vittoria del Torneo. Anche se però non dovesse verificarsi questo incrocio di risultati, una vittoria consegnerebbe quasi sicuramente il trofeo nelle mani degli Springboks.
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Dall’altra parte, gli All Blacks hanno necessariamente bisogno di vincere, prima di tutto perché una terza sconfitta in quattro partite nel Rugby Championship sarebbe inaccettabile, e poi perché sarebbe l’unico modo per riaccendere una speranza di conservare un titolo detenuto dal 2020.
In caso di vittoria degli All Blacks, però, tutto dovrebbe comunque passare dalle sfide delle ultime due giornate. La squadra di Scott Robertson dovrebbe vincere entrambe le partite con l’Australia e contemporaneamente sperare che l’Argentina faccia almeno un’impresa contro il Sudafrica. E a questo punto, anche un singolo punto di bonus potrebbe fare la differenza alla fine. E a quel punto bisognerebbe fare attenzione anche ai Pumas, che se sabato dovessero vincere contro l’Australia – contemporaneamente a una vittoria neozelandese – rientrerebbero anche loro in corsa per il Rugby Championship.
Tutto questo, però, potrebbe accadere solo in caso di prestazione “da All Blacks” dei ragazzi di Robertson, che finora non sono ancora riusciti a dare davvero il 100% con continuità: sabato scorso a Johannesburg la Nuova Zelanda ha davvero dato l’impressione di poter portare a casa la partita, poi nel finale è venuta fuori la maggiore concretezza di una squadra chiaramente molto più rodata. Quello di “Razor” è un lavoro a lungo termine, ed è chiaro che qualche risultato nell’immediato può non essere all’altezza delle aspettative, ma quel che è certo è che gli All Blacks sabato daranno l’anima, comunque vada a finire.
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