Gli Springboks vogliono mettere le mani sul trofeo, ma una terza sconfitta in quattro partite da parte dei neozelandesi sarebbe considerata inaccettabile in patria
Il Sudafrica può mettere le mani sul Rugby Championship, gli All Blacks possono riaprirlo: ci si gioca tutto a Città del Capo, con le due formazioni che scenderanno in campo alle 17 sotto la direzione dell’inglese Matthew Carley (diretta Sky Sport Uno e NOW). In palio c’è la possibilità di portare a casa – virtualmente o anche matematicamente il trofeo, ma dall’altra parte gli All Blacks non possono permettersi una terza sconfitta in quarto partite che sarebbe considerata inaccettabile in patria.
Saranno due partite molto diverse. Prima di tutto, chiaramente, per l’altitudine: si passa dai 1800 metri di Johannesburg alla vista-mare di Città del Capo, e allora la ricerca spasmodica del piede da parte di entrambe le squadre potrebbe lasciare spazio a un rugby maggiormente giocato in mezzo al campo. Finora gli All Blacks hanno provato a farsi strada per linee dirette, non andando mai oltre i 15 metri dal raggruppamento e cercando soprattutto le imbucate dei trequarti per vie centrali. Un gioco che finora ha dato risultati altalenanti, ed è stato ampiamente criticato in Nuova Zelanda soprattutto per lo scarso impiego delle – fortissime – ali a disposizione di Robertson, poco servite e spesso avulse dal gioco.
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Dall’altra parte, pur mantenendo la consueta fisicità e senza forzare particolarmente le giocate, il Sudafrica sta cercando di costruirsi delle alternative anche nel gioco aperto, provando a sfruttare il più possibile la velocità e i guizzi del proprio triangolo allargato. A proposito di triangolo allargato, gli occhi saranno puntati su Canan Moodie, 21enne già visto con la maglia degli Springboks ma mai in partite così importanti. L’infortunio di Arendse e l’assenza di Mapimpi (diventato da poco papà) gli concedono un’occasione d’oro nella sfida che può riportare il trofeo in Sudafrica dopo 5 anni.
Sabato scorso la differenza l’ha fatta la maggiore cilindrata degli Springboks, venuti fuori alla distanza negli ultimi 20 minuti. Del resto, i parziali parlano da soli: 27-17 per gli All Blacks al 65′, poi 14-0 per il Sudafrica nell’ultimo quarto d’ora per il 31-27 finale. A Johannesburg, dopo una prima ora di gioco che aveva visto gli All Blacks avere la meglio, il Sudafrica è venuto fuori alla distanza grazie alla consueta bomb squad. Robertson allora ha provato a cambiare le carte in tavola: fuori dal XV titolare sia TJ Perenara che Beauden Barrett, per provare a rispondere a partita in corso con armi all’altezza di quelle degli Springboks.
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La scelta di “Razor” permette a Sevu Reece di rivedere il campo dall’inizio, con Will Jordan che si sposta ad estremo. Confermato il sempre sotto esame McKenzie, mentre al suo fianco c’è Cortez Ratima, che deve riscattare l’insufficiente finale di partita di sabato scorso (in buona compagnia con gran parte della panchina, va detto) e dovrà farsi almeno 50 minuti per rendere poi efficace l’ingresso a gara in corso di Perenara.
Un altro problema che gli All Blacks dovranno risolvere per provare ad espugnare Città del Capo è quello della disciplina. I neozelandesi, al momento, sono i più fallosi del torneo, con una media di 12 calci di punizione concessi a partita. Soprattutto, sabato scorso gli All Blacks hanno commesso 15 falli contro i soli 5 degli Springboks, e questo ha fatto la differenza, soprattutto considerando le abilità balistiche di Mngomezulu. Il talento sudafricano stavolta partirà dalla panchina, ma in campo ci sarà l’altrettanto preciso Pollard, motivo per cui i neozelandesi non potranno comunque concedere calci piazzabili. Gli uomini di Robertson proveranno nuovamente ad ancorarsi alle fasi statiche, con mischia e touche che sabato scorso hanno funzionato molto bene.
Francesco Palma
Rugby Championship: le formazioni di Sudafrica-Nuova Zelanda
Sudafrica: 15 Willie le Roux, 14 Canan Moodie, 13 Jesse Kriel, 12 Damian de Allende, 11 Cheslin Kolbe, 10 Handre Pollard, 9 Grant Williams, 8 Jasper Wiese, 7 Pieter-Steph du Toit, 6 Siya Kolisi (c), 5 Ruan Nortje, 4 Eben Etzebeth, 3 Frans Malherbe, 2 Bongi Mbonambi, 1 Ox Nche
A disposizione: 16 Malcolm Marx, 17 Gerhard Steenekamp, 18 Vincent Koch, 19 Kwagga Smith, 20 Elrigh Louw, 21 Jaden Hendrikse, 22 Sacha Feinberg-Mngomezulu, 23 Lukhanyo Am
Nuova Zelanda: 15 Will Jordan, 14 Sevu Reece, 13 Rieko Ioane, 12 Jordie Barrett, 11 Mark Tele’a, 10 Damian McKenzie, 9 Cortez Ratima, 8 Ardie Savea, 7 Sam Cane, 6 Wallace Sititi, 5 Tupou Vaa’i, 4 Scott Barrett (c), 3 Tyrel Lomax, 2 Codie Taylor, 1 Tamaiti Williams
A disposizione: 16 Asafo Aumua, 17 Ofa Tu’ungafasi, 18 Fletcher Newell, 19 Sam Darry, 20 Luke Jacobson, 21 TJ Perenara, 22 Anton Lienert-Brown, 23 Beauden Barrett
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