Una brutta vicenda culminata con 3 anni di sospensione
Sbu Nkosi, ala del Sudafrica campione del mondo 2019, è stato squalificato per 3 anni dopo essere stato trovato positivo a un test antidoping.
Nelle analisi del giocatore dei Cheetahs furono trovate tracce di uno steroide anabolizzante utilizzato soprattutto dai culturisti, e la squalifica sarà retroattiva a partire dal 16 luglio di quest’anno.
Per il 28enne, reduce da anni difficili nei quali è riuscito solo a tratti a mostrare tutto il talento che aveva fatto vedere fino al 2021, le possibilità di ritornare nel rugby di alto livello appaiono sempre più remote. Al termine della squalifica avrà infatti 31 anni.
Nkosi ha giocato 16 partite con il Sudafrica tra il 2018 e il 2021, segnando 9 mete e proponendosi come uno dei trequarti più talentuosi del mondo Springboks. Poi un periodo molto difficile, caratterizzato da problemi di salute mentale e addirittura da una sparizione di 3 settimane: in seguito ha fatto sapere di essersi rifugiato a casa di suo padre e di aver tagliato i ponti col mondo per dedicarsi a se stesso.
In seguito, ha ricominciato a giocare con i Bulls, ma il rapporto si è velocemente deteriorato e il giocatore e la squadra non si sono lasciati bene. Nkosi scrisse sui social: “Trascorrere una semplice settimana con uomini puri di cuore ha risvegliato la mia passione (riferendosi al match giocato coi Barbarians nel maggio 2023, ndr). Una pausa dall’essere giudicato da uomini che sono più grandi nella loro mente di quanto non siano nella realtà”.
Poco dopo, Nkosi ha rescisso il contratto con i Bulls e ha risposto alla chiamata di Frans Steyn, ora director of rugby dei Cheetahs, dove ha disputato l’ultima stagione fino alla positività al test antidoping.
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