Prestazione sottotono a Città del Capo: un bilancio del match vinto 19-0 dalle scozzesi
Non ha funzionato nulla. Difficile giudicare diversamente il match tra Italia e Scozia della prima giornata del WXV 2024. Azzurre brave a tenere duro in difesa e a reggere in mischia nonostante una prima linea rivisitata, ma nettamente sconfitte nella battaglia in mezzo al campo. La squadra di Raineri non è mai riuscita ad avanzare a contatto, e anche la consueta ricerca degli spazi – solitamente marchio di fabbrica del rugby azzurro – non ha dato le soddisfazioni alle quali siamo abituati. Coach Raineri ha 6 giorni di tempo per capire cosa sia successo nel difficile pomeriggio di Città del Capo, perché venerdì si torna già in campo contro il Galles, in un’altra sfida dal sapore di Sei Nazioni.
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5 riflessioni su Italia-Scozia
Le migliori – Tra le poche a salvarsi sicuramente Sara Tounesi, solita lottatrice e brava a conquistare metri anche nelle situazioni più difficili. Nelle difficoltà in touche svetta Giordano, capace di mettere pressione ai lanci di Skeldon e salvare in occasione della prima opportunità scozzese. Bene anche Granzotto, la più elusiva dell’attacco azzurro e unica in grado di creare un vero e proprio linebreak in una partita bloccatissima.
Mischia ok, ma la touche… – La mischia è stata uno dei fattori più positivi della giornata. Nel primo tempo il pacchetto azzurro ha sofferto ma non ha mai concesso calci di punizione, poi nella ripresa con l’ingresso di Vecchini e soprattutto Maris (uscita nel finale dopo un brutto colpo) ha preso il sopravvento. Ancora una volta, però, è mancata la continuità a causa dei soliti problemi in rimessa laterale. Considerato che l’Italia ha sofferto con entrambe le tallonatrici, è chiaro che non si tratta solo di un problema di lancio (e quando una touche non funziona non è mai solo il lancio il problema) ma anche e soprattutto di struttura.
L’Italia ha perso ogni battaglia in mezzo al campo – La chiave, alla fine, è stata questa. Il poco avanzamento nelle collisioni ha contribuito alla sterilità offensiva dell’Italia. A questo si è aggiunta una netta sofferenza nel breakdown, soprattutto nel secondo tempo. Contro il Giappone si erano visti miglioramenti importanti in questo fondamentale, ma quando il livello si è alzato (e con la Scozia in questo senso si alza, e di tanto) le Azzurre hanno fatto fatica. Tutto questo, sommato alla solita sofferenza nel gioco al piede, ha contribuito ad esacerbare il problema alla base del match di Città del Capo: la costruzione.
Regolamento? – Non è stato certo questo ad aver deciso la partita, ma la rimessa laterale storta fischiata alle Azzurre nel primo tempo ha fatto e farà molto discutere, visto che la Scozia non ha conteso e – con le nuove regole – se l’altra squadra non salta in teoria anche il lancio storto non andrebbe fischiato. L’arbitra Amelia Luciano ha detto di aver considerato la rimessa “troppo storta”, ma a questo punto viene da chiedersi quale sia il margine per considerare una rimessa “troppo storta” (chiamiamo un geometra che ci spiega qual è l’angolo giusto?) al punto da essere comunque punita nonostante il nuovo regolamento.
E ora il Galles – La prossima avversaria in questo momento è tutto fuorché in un grande momento. Ha preso una prima imbarcata nel test di preparazione estivo (40-14 proprio con la Scozia) e ne ha presa un’altra nella prima giornata contro l’Australia (37-5). D’altro canto, resta comunque una squadra di indubbio valore, come dimostra la vittoria sulle Azzurre nell’ultimo Sei Nazioni. In questo senso, la partita di venerdì sarà uno specchio: due squadre di grande livello in un momento di difficoltà, anche se le gallesi sembrano messe peggio.
Francesco Palma
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