L’ex arbitro gallese ha affrontato anche altri temi come la riduzione delle sostituzioni e lo shot clock
Continua la sperimentazione del cartellino rosso da 20 minuti, ormai regola fissa dei campionati dell’Emisfero Sud e nel Rugby Championship e utilizzata anche in alcuni test match (Australia-Georgia o la Pacific Nations Cup), nel Mondiale Under 20 e nel WXV femminile. La regola però, non convince tutti, e tra questi c’è anche Nigel Owens che a una settimana dalla fine del torneo femminile per nazionali – l’ultimo di quest’anno che prevede l’espulsione temporanea – ha detto la sua a WalesOnline.
Nigel Owens sul cartellino rosso da 20 minuti
“Non sono un fan del cartellino rosso da 20 minuti. Come ha detto anche Mathieu Raynal, non risolverà davvero nessuno dei problemi che ci sono nel rugby al momento. Se qualcuno ha commesso un’infrazione da cartellino rosso l’espulsione dovrebbe valere per il resto della partita” dice Owens, riferendosi al fatto che in questo modo la squadra del giocatore espulso ritorna in 15 dopo 20 minuti, anche se ovviamente chi ha ricevuto il cartellino rosso non può più rientrare.
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Owens ha poi proseguito sul tema, confutando la tesi secondo la quale l’espulsione da 20 minuti servirebbe ad evitare di falsare le partite per falli troppo lievi: “Il problema al momento è che i giocatori vengono espulsi per cose come scontri accidentali alla testa, che non sono atti di violenza o imprudenza, ma semplicemente scontri di rugby finiti male accidentalmente. Sono contrario al cartellino rosso dopo 20 minuti perché se sei stato espulso dovrebbe voler dire che hai fatto qualcosa di sconsiderato che ha messo un altro giocatore a grande rischio, o hai commesso un atto di violenza. Non vedo perché dovrebbe esserci una via di mezzo. Secondo me il rosso da 20 minuti è una scappatoia. È semplicemente un modo per nascondere le crepe, quando la discussione che dovrebbe essere realmente affrontata è definire esattamente cosa costituisce un’infrazione da cartellino rosso e cosa no. Sarebbe molto più costruttivo per il gioco del rugby”.
Owens ha poi preso come esempio il Rugby Championship per spiegare come a suo dire questa regola non abbia risolto il problema: “Non abbiamo visto alcun cambiamento reale nel comportamento dei giocatori quando è stato sperimentato quest’estate, incluso il Rugby Championship. Vedo ancora molti comportamenti negligenti e sconsiderati in campo, quindi non so se questo nuovo cartellino abbia fatto la differenza”.
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Owens su panchina e sostituzioni
L’ex arbitro gallese ha poi affrontato anche altri temi, come ad esempio la possibilità di ridurre i cambi o di inserire uno shot clock più severo per le mischie: “In Francia si parla di proporre alcune modifiche a World Rugby, come l’aumento della lista gara da 23 a 25 giocatori ma contemporaneamente la diminuzione dei cambi da 8 a 6, e l’introduzione di un cronometro di 30 secondi per velocizzare la preparazione delle mischie. Ridurre il numero di sostituzioni consentite a una squadra è una buona mossa, secondo me. Come dice il mio ex collega Mathieu Raynal, che sta guidando queste modifiche, ciò contribuirà a creare uno spettacolo migliore, con più spazi in campo dati dalla stanchezza e gare più fluide. Inoltre potrebbe aiutare la sicurezza dei giocatori, che giocherebbero sapendo di dover resistere 80 minuti e non più un’ora, tagliando un bel po’ di chili. La potenza delle collisione potrebbe ridursi e si spera di vedere un rugby in cui i giocatori cercano di battere l’avversario con velocità e gioco di gambe anziché semplicemente farsi strada a suon di colpi”.
Lo shot clock nella mischia
Per quanto riguarda la velocizzazione della mischia, Owens ritiene che non sia questa la chiave del problema: “Prima di tutto bisogna incoraggiare le squadre ad essere più propositive nelle mischie e assicurarsi che gli arbitri siano più bravi a dirigerle. Ho guardato alcune mischie nell’URC ed erano piuttosto scadenti, ad esempio in Scarlets-Cardiff. Più che mettersi a preparare le mischie di corsa è importante gestire correttamente i problemi quando si presentano”.
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