Le parole del ct della Nuova Zelanda che pone l’accento su un importante aspetto del gioco
Gli All Blacks visti dal proprio allenatore, dopo i primi mesi di piena gestione di Scott Robertson, con l’orizzonte temporale che si sta spostando sempre più velocemente verso i Test Match di Novembre (nei quali affronteranno anche l’Italia), il ct dei tre volte campioni del mondo, alla sua esperienza da allenatore internazionale, ha analizzato l’andamento delle cose.
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All Blacks, Scott Robertson: “Creiamo tanto, ma non riusciamo a concretizzare”
“La cosa fondamentale – ha detto in conferenza stampa – è cercare di trasmettere le cose ai giocatori in fretta, anche perché il tempo di lavoro è limitato. Il lavoro settimanale diventa decisivo. Anche io sto imparando come cercare di trasmettere nozioni e messaggi ai giocatori: a volte basta poco, a volte serve un atteggiamento diverso”.
“Poi ci sono le connessioni giuste da creare: sul campo e fuori dal campo. I rugbisti di oggi vogliono sentire energia intorno a loro, altrimenti hanno mille distrazioni che li prendono”.
Poi, sull’addio di Leon MacDonald, Robertson ha affermato: “Abbiamo avuto un momento di valutazione e con lo staff ci siamo guardati in faccia dicendoci che nelle nostre competenze c’era anche quella di sopperire alle partenze – ora hanno trovato un sostituto, Clayton McMillan, ndr – e così siamo ripartiti”.
“L’attacco – continua – ha creato tanto e abbiamo lavorato sull’implementazione degli schemi offensivi. I dati interni che abbiamo ce lo confermano, ma ci mostrano anche che abbiamo fatto qualcosa di buono che però deve diventare ottimo: creiamo ma non concretizziamo tutto. Dobbiamo imparare a sviluppare ancora per “finire il lavoro”.
Infine conclude dicendo: “Ora siamo già con la testa sui Test Match di Novembre, avremo sfide intense con grandi nazionali: non vediamo l’ora di misurarci nell’Emisfero Nord”.
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