C’è a chi piace il cartellino rosso da 20 minuti?

World Rugby ha annunciato che la regola è vicina alla definitiva approvazione, assieme a diverse altre delle regole sperimentali

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C’è a chi piace il cartellino rosso da 20 minuti?

Martedì 8 ottobre World Rugby ha annunciato attraverso un comunicato stampa che il Consiglio esecutivo della federazione internazionale ha raccomandato l’approvazione definitiva delle regole sperimentali in vigore in alcuni tornei.

Oltre ad aver modificato per tutti tre regole a partire dallo scorso luglio, infatti, negli ultimi mesi alcune competizioni come il WXV, il World Rugby U20 Championship, il Super Rugby e il Rugby Championship hanno sperimentato alcune norme come uno shot clock abbreviato per le trasformazioni, la possibilità di chiamare il mark direttamente da calcio d’invio e il cartellino rosso da 20 minuti, annoso nodo regolamentare su cui si è avvitato da qualche tempo un dibattito acceso.

La raccomandazione del Consiglio esecutivo è uno dei passaggi dell’iter burocratico necessario all’approvazione di questo gruppo di nuove regole, che erano state presentate lo scorso maggio. Se non ci saranno intoppi (e non se ne prevedono) dovrebbero definitivamente essere approvate il prossimo 14 novembre dal Consiglio di World Rugby (che è organo diverso dal Consiglio esecutivo) per entrare poi in vigore dal prossimo 1 gennaio 2025.

Già di per sé avere uno sport che per mesi ha giocato con regolamenti diversi a seconda del livello e della latitudine è qualcosa che ha mandato fuori strada più di uno spettatore, e magari anche qualche giocatore: basti pensare che gli Springboks che tornano a giocare nello URC cambiano regolamento rispetto al Rugby Championship.

Al di là di questo intoppo, la capacità di adattare il regolamento alle necessità nel corso del tempo è sempre stata un punto di forza del rugby, ma sembra oggi aver raggiunto un punto di saturazione dove si continuano a cambiare pezzi di un elenco di regole già abbastanza complesso di per sé, finendo per generare più contro che pro. Le nuove norme in sperimentazione vengono chiamate da World Rugby fan-focused rugby laws, regole concentrate sullo spettatore. E cioè: vi cambiamo le regole per rendere il rugby più spettacolare, più d’intrattenimento.

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A dire la verità l’effetto per il momento è stato quello di generare soprattutto confusione. E poi diciamocela tutta: siamo appena usciti da una Rugby World Cup tra le più spettacolari ed entusiasmanti di sempre, siamo davvero sicuri che il gioco abbia bisogno di tutte queste modifiche orientate a un maggiore intrattenimento? O forse per inseguire dei profitti marginali basati su discutibili trend e ricerche di mercato si rischia di aggrovigliare le cose, finendo per renderle ancora più intricate di prima e snaturando il rugby?

La regola del cartellino rosso da 20 minuti è il perfetto esempio di una deriva che guarda in quella direzione.

L’espulsione definitiva esiste per un motivo: viene commesso un fallo grave, pertanto la squadra a cui appartiene il giocatore sanzionato è costretta a rimanere con un giocatore in meno per il resto della sfida.

In uno sport di contatto che ha come prerogativa anche un certo grado di pericolo riguardo l’incolumità fisica dei propri atleti, il cartellino rosso punisce quei comportamenti che la mettono a repentaglio. Serve, quindi, anche da deterrente: se non vuoi lasciare la tua squadra in difficoltà durante la partita, resta nelle regole.

Depotenziare la funzione deterrente equivale a depotenziare il cartellino rosso, a rendere meno gravi i falli gravi. Un provvedimento che evidentemente contrasta con lo slogan del player welfare first, del benessere e della salute dell’atleta prima di ogni altra cosa, costantemente enunciato dalla federazione internazionale.

Venti minuti di inferiorità numerica e poi di nuovo in 15 contro 15 ha la sola ratio di pensare che le partite siano rovinate in quanto spettacolo da un cartellino rosso. Ma invece di spingere i giocatori a giocare nelle regole, gli arbitri a farle osservare in maniera uniforme e puntuale, gli staff tecnici a lavorare con gli atleti per dare loro i mezzi necessari per essere disciplinati ed evitare i cartellini rossi, ci si arrende e si depotenzia la sanzione. Una vera sconfitta per tutto il movimento.

Per finire, viene da chiedersi chi sia a favore del cartellino rosso da 20 minuti. Non che non esistano pareri favorevoli tra i tifosi, ma le critiche arrivate dalla base tanto quanto da personaggi illustri del nostro sport sembrano ben più diffuse e rumorose. World Rugby, secondo il suo comunicato, “ha notato il diffuso apprezzamento di giocatori, allenatori, arbitri e tifosi”. Permane qualche dubbio.

Lorenzo Calamai

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