Successo che certifica la qualificazione alla Rugby World Cup 2025 per le Azzurre, malgrado arrivi tra ombre e luci
Quindici fasi a placcare dentro i propri 22 metri, con l’orologio che oltrepassa l’ottantesimo e poi, infine, il triplice fischio: è ancora una grande sequenza difensiva a regalare all’Italia una nuova vittoria, la seconda, nel WXV2.
Finisce 23-19 la sfida conclusiva della competizione, battuto il Sudafrica padrone di casa. Le Springboks sono scese in campo per ottenere un successo storico, contro una squadra mai battuta prima, al termine di un torneo che ha certificato la loro recente crescita.
Si sono fermate vicine all’obiettivo, tradite soprattutto da due cartellini gialli per placcaggio pericoloso, uno per frazione di gioco. Hanno dimostrato una fisicità davvero rara che ha messo in difficoltà le Azzurre in mischia ordinate e nell’area del contatto, oltre a belle qualità nel punto d’incontro. Per le avversarie di giornata dell’Italia rimane da affinare la lettura del gioco e la qualità tecnica, ma sembrano instradate sul sentiero giusto per colmare il ritardo accumulato in questi anni nel settore femminile.
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Per le Azzurre un successo fatto di luci e ombre. Il principale aspetto positivo è la vittoria, seguito da una difesa e un carattere della squadra davvero importanti. L’altra faccia della medaglia parla però di una squadra che ha perso la propria propensione offensiva, che gioca un rugby strutturato mandato a memoria, che prescinde dalla lettura della situazione. In più, la qualità del lavoro a terra delle portatrici del pallone e dei loro sostegni sta diventando un problema: lo era stato contro il Galles, lo è stato in maniera evidente oggi.
I primi 10 minuti sono stati davvero difficili per l’Italia. Trascinate da Sizophila Solontsi e Chumisa Qawe, le Springboks hanno messo su un rugby fisico che l’Italia ha faticato ad arginare. La forte numero 3 Babalwa Latsha ha dimostrato tutta la propria potenza segnando all’11’ la prima meta del match.
Poco dopo, però, il primo plot twist del match: Qawe placca alto Rigoni e si prende un giallo, poco dopo Turani segna sulle conseguenze di una maul da rimessa laterale.
L’Italia è dietro 7-5 ma cresce all’interno del primo tempo e arriva a concluderlo meglio delle avversarie: al 36′ Sillari chiude una bella azione corale offensiva che ha mosso la difesa da una parte all’altra del campo più volte, con Muzzo involatasi a sinistra e la numero 13 a marcare sul versante destro del fronte offensivo; poco dopo Turani segna la propria doppietta personale con una bella carica ancora in seguito a un buon drive da rimessa.
Il 17-7 della prima frazione di gioco, però, ha vita breve: le padrone di casa tornano in campo con grande decisione e trovano subito soddisfazione. Prima la nuova entrata Aseza Hele sfonda da distanza ravvicinata, poi la retroguardia azzurra si fa trovare colpevolmente disorganizzata su un calcio di liberazione di Rigoni e consente alle avversarie di spostare l’ovale e trovare la terza meta dell’incontro grazie alle grandi gambe di Ayanda Malinga.
La partita rimane a lungo inchiodata sul 19-17. L’Italia fatica a impostare un gioco offensivo degno di nota, il Sudafrica non ha le qualità né la disciplina per fare suo l’ovale e la partita. Al 63′ un secondo cartellino giallo per placcaggio alto su Mannini consente a Rigoni di trovare i pali e portare le Azzurre sul +1.
Poco più tardi un nuovo piazzato consente di costruire un mini-break per cui alle Springboks non basta un calcio di punizione per provare a vincere la partita.
L’Italia gestisce bene il territorio e la difesa fino ai minuti conclusivi, quando arriva l’ultimo assalto all’arma bianca delle avversarie. Dopo quindici lunghe fasi, dove le Azzurre gettano tutto quello che hanno, arriva l’errore che consegna loro la sospirata vittoria.
Diventa così ufficiale la qualificazione della nazionale femminile italiana alla RWC 2025 in Inghilterra.
Si avvia ora il momento delle riflessioni dopo la fine del torneo: l’Italia ha centrato due vittorie su tre, ma dopo un Sei Nazioni deludente non ha mostrato sostanziali progressi, anzi. Serve un deciso giro di vite tecnico, tattico e strategico per sperare di poter disputare un Sei Nazioni 2025 e poi una Rugby World Cup all’altezza delle aspettative e del notevole livello di talento della squadra.
Sudafrica: 15 Eloise Webb, 14 Nomawethu Mabenge, 13 Zintle Mpupha, 12 Chumisa Qawe, 11 Ayanda Malinga, 10 Nadine Roos, 9 Tayla Kinsey, 8 Sizophila Solontsi, 7 Catha Jacobs, 6 Lusanda Dumke, 5 Vainah Ubisi, 4 Nolusindiso Booi (c), 3 Babalwa Latsha, 2 Lindelwa Gwala, 1 Yonela Ngxingolo
A disposizione: 16 Micke Gunter, 17. Sanelisiwe Charlie, 18 Nombuyekezo Mdliki, 19 Danelle Lochner, 20 Sinazo Mcatshulwa, 21 Aseza Hele, 22 Unam Tose, 23 Byrhandrè Dolf
Marcatori Sudafrica
Mete: Latsha (11), Hele (48), Malinga (51)
Trasformazioni: Roos (11, 51)
Calci di punizione:
Italia: 15 Vittoria Ostuni Minuzzi, 14 Aura Muzzo, 13 Michela Sillari, 12 Beatrice Rigoni, 11 Francesca Granzotto, 10 Veronica Madia, 9 Sofia Stefan (c), 8 Francesca Sgorbini, 7 Alissa Ranuccini, 6 Beatrice Veronese, 5 Giordana Duca, 4 Valeria Fedrighi, 3 Sara Seye, 2 Vittoria Vecchini, 1 Silvia Turani
A disposizione: 16 Laura Gurioli, 17 Emanuela Stecca, 18 Gaia Maris, 19 Alessandra Frangipani, 20 Elena Errichiello, 21 Emma Stevanin, 22 Sara Mannini, 23 Beatrice Capomaggi
Marcatori Italia
Mete: Turani (14, 40), Sillari (36)
Trasformazioni: Sillari (40)
Calci di punizione: Rigoni (63, 72)
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