Al Festival dello Sport di Trento, evento della Gazzetta dello Sport, insieme al tecnico erano presenti anche Michele Lamaro e Tommaso Menoncello
Al Festival dello Sport di Trento, evento ormai fisso organizzato dalla Gazzetta dello Sport, c’erano anche il capo allenatore dell’Italia Gonzalo Quesada, il capitano Michele Lamaro e il miglior giocatore dell’ultimo Sei Nazioni, Tommaso Menoncello. Ed è proprio di Sei Nazioni che si è parlato, con il tecnico che durante il talk condotto da Simone Battaggia ha ripercorso le tappe di un’annata incredibile per il rugby italiano.
“Se ripenso al Sei Nazioni 2024 ancora mi emoziono” ha detto Quesada sul palco del Festival dello Sport: “Siamo stati insieme e abbiamo vissuto delle settimane intensissime. Quando sono arrivato ho trovato un gruppo unito, il percorso che ci ha portati a quei risultati è cominciato ben prima del mio arrivo, ma il processo di crescita è stato continuo”.
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Il tecnico ha poi rievocato le 5 partite del Sei Nazioni 2024, ognuna importante a modo suo per il percorso: “Prima la risicata sconfitta con l’Inghilterra, poi il ko in Irlanda, molto meno pesante del 36-0 finale, quindi il pareggio in Francia, con la vittoria sfumata all’ultimo secondo per un piazzato che ha preso il palo, il successo sulla Scozia e quello in Galles”.
Al termine di una stagione infinita, come sottolinea Quesada, dopo 13 mesi gli Azzurri hanno poi affrontato anche un tour estivo contro Samoa, Tonga e Giappone: “È stato importante per far emergere una precisa identità di squadra e definire una cultura di insieme”.
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Proprio capitan Lamaro ha raccontato le emozioni e le difficoltà di un tour così impegnativo, soprattutto a livello logistico: “Il Sei Nazioni – sottolinea capitan Mitch. E il tour, oltre a qualche tatuaggio in più e a 16 voli in 22 giorni, ci ha regalato la soddisfazione di prestigiose vittorie in trasferta a Tonga e in Giappone. Fisicamente è stato logorante, ma le difficoltà hanno ulteriormente compattato il gruppo”.
Presente a Trento anche Tommaso Menoncello, premiato come miglior giocatore del Sei Nazioni: “Non è un premio individuale per me, è un riconoscimento che ha premiato tutta la squadra e tutto lo staff, così come il premio di player of the match contro la Francia, un’avversaria che mi fa sempre dare qualcosa in più”.
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