Non ci sono più le prime linee di una volta
Il pilone è quel ruolo che conoscono tutti, anche quelli che il rugby lo masticano appena.
Nell’immaginario collettivo, una sorta di essere mitologico dalla forza titanica, grande soltanto quanto il suo appetito, magari con qualche chilo di troppo, utile però ad ancorarlo bene a terra in certe situazioni scomode.
Forse nessun altro ruolo del rugby è andato incontro ad una trasformazione brusca negli ultimi vent’anni tanto quanto quello del pilone, la cui figura stereotipica si sta sgretolando a confronto di quella che è la realtà.
Lo dimostra, ad esempio, il pilone georgiano del Grenoble Giorgi Pertaia, 27 anni e 125 chili di pesi portati con estrema scioltezza, tanto che dopo aver segnato una meta di potenza nella sfida contro Montauban nell’ultima giornata di ProD2 ha voluto festeggiare esibendosi in un salto mortale all’indietro, da fermo, lasciando a bocca aperta tutti gli spettatori.
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Il video del salto mortale del pilone di ProD2
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Pertaia si è trasferito in Francia dalla Georgia, dove faceva parte della selezione dei Black Lion, nel 2022. Ha giocato per due stagioni a Chambery, in Nationale 1, la terza divisione francese. Quest’anno è salito in ProD2 e sta incominciando a trovare spazio nell’ambizioso Grenoble.
Quella contro Montauban è stata la sua prima presenza da titolare, accompagnata dalla meta in questione arrivata a tempo scaduto e che ha permesso ai suoi di ottenere un punto di bonus nella sconfitta per 30-25 di giovedì sera in quello che era il big match del turno di ProD2, in cui si sono affrontate la prima e la terza della classifica.
Peraltro da notare che le tre mete di Grenoble portano la firma di soli giocatori georgiani: le altre due sono state firmate dal seconda linea Giorgi Javakhia. In campo c’erano anche il centro giorgiano Giorgi Kveseladze e l’altro pilone Giorgi (nome a quanto pare piuttosto gettonato a fine anni Novanta in Georgia) Mamaiashvili, mentre la rappresentativa tier 2 di Grenoble si estenda al portoghese José Madeira e ai namibiani Richard Hardwick e Gerswin Mouton.
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