La leggenda dei Wallabies ne ha avuto per tutti: “Sacrificano grandi talenti perché devono giocare dei centri bravi a difendere. Non lo capisco”
Non ci è andato leggero David Campese, leggenda australiana e adesso opinionista, che in un’intervista rilasciata a Planet Rugby ha detto la sua sul momento dell’Inghilterra e sulla sfida di sabato con gli All Blacks.
“Certo, sono arrivati terzi al Mondiale, ma bisogna essere onesti: non hanno incontrato nessuna squadra di alto livello fino alla semifinale col Sudafrica. In quella Rugby World Cup e nel Sei Nazioni sono stati di una noia mortale. La verità è che l’Inghilterra ha vinto solo una partita contro le prime 5 del mondo, con l’Irlanda. Si sono avvicinati a Francia, Nuova Zelanda e Sudafrica in quella semifinale, ma in ogni occasione non hanno avuto i mezzi per sferrare il colpo mortale” ha raccontato la leggenda dei Wallabies.
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“Quando non chiudi queste partite – ha proseguito Campese – si insinuano nervosismo e insicurezza all’interno della squadra, perdi la capacità di pensare lucidamente sotto pressione, e il peso delle aspettative si trasforma in una delusione devastante quando ti ritrovi a perdere”.
Campese ha poi ricordato le sconfitte di misura nel tour estivo contro gli All Blacks: “Puoi esaltare una sconfitta risicata quanto vuoi, ma vincere è tutto ciò per cui vieni ricordato e, francamente, l’Inghilterra attualmente perde costantemente partite che ha la possibilità di vincere. L’abbiamo visto a Lione, Auckland e Dunedin in tre dei loro ultimi quattro test, con le partite con la Nuova Zelanda che sono state delle occasioni d’oro per ottenere delle vittorie importanti e non le hanno colte”.
La leggenda australiana ha poi criticato anche le scelte tattiche di Borthwick: “Per me l’Inghilterra è troppo concentrata sulla difesa. Sono ossessionati dall’essere difficili da battere piuttosto che bravi a vincere e questo è dovuto alla mancanza di ambizione della squadra. Ad esempio, consideriamo le ragioni per cui Henry Slade, uno che ha giocato quasi 70 test e ha prodotto molto poco in quelle partite, è stato riportato in squadra. La narrazione vuole che sia lui a guidare la difesa, ma non si tiene conto dei suoi pessimi passaggi e della sua mancanza di ritmo in attacco”.
Secondo Campese la soluzione per migliorare il gioco offensivo è molto semplice, e si chiama Marcus Smith: “Serve imprevedibilità, creatività e capacità di cogliere le opportunità. Sono qualità che vediamo regolarmente da squadre come Francia, Nuova Zelanda e persino dal Sudafrica negli ultimi 12 mesi. L’unica strada è dare le chiavi a Marcus Smith, dargli la maglia numero 10, dirgli che sarà titolare per tutta la stagione e che deve scendere in campo e creare caos”.
L’ultima critica di Campese è al movimento inglese in generale: “L’Inghilterra ha giocato spesso con due playmaker, il 10 e il 12. Ora, per motivi di disponibilità, non hanno più le opzioni che avevano una volta, quindi stiamo vedendo i migliori 13 della Premiership spostati a 12 facendoli giocare in maniera innaturale, e ignorando giovani talenti offensivi come Lennox Anyanwu o Luke Northmore perché sono ossessionati dall’avere un centro difensivo. Semplicemente non capisco” ha concluso l’australiano.
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