Benetton, Amerino Zatta: “Un onore dare tanti giocatori alle nazionali, ma rivediamo le tournée estive”

Andato il primo terzo di campionato il presidente dei Leoni fa un bilancio, ma riflette anche sui tanti doveri internazionali dei propri giocatori

Amerino Zatta e Luciano Benetton

Amerino Zatta e Luciano Benetton – ph. OnRugby

Quando la stagione giunge ad un primo giro di boa, con la chiusura del primo terzo del campionato di URC e una lunga pausa davanti alle attività dei club in vista della finestra internazionale di novembre, il presidente del Benetton Amerino Zatta ha offerto una riflessione proprio sugli impegni dei giocatori con le proprie nazionali.

In una intervista rilasciata a Silvano Focarelli per La Tribuna di Treviso, Zatta ha rivendicato l’orgoglio di avere così tanti giocatori selezionati per i test match di novembre: “I nazionali affronteranno Argentina, Georgia e All Blacks, avranno un grande dispendio di energie fisiche e mentali e quando torneranno avranno bisogno di un periodo di riposo – ha detto il presidente della franchigia biancoverde – Affrontare in Azzurro certe squadre è sempre un grande onore, come il fatto che il Benetton dia tanti giocatori alle nazionali.”

“[Lo stop del campionato durante i test matches] è certamente un passo avanti, così chi resta a casa può lavorare in maniera adeguata. Altro discorso sono le tournée estive, che ci privano dei giocatori durante la preparazione pre-campionato: spero che qualcuno si ravveda e capisca che ci sono anche le esigenze dei club.”

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E in effetti, al di là dell’ultima sconfitta arrivata agli sgoccioli del match contro i Bulls, il Benetton sceso in campo nelle ultime partite, con il ritorno in campo dei giocatori internazionali italiani e argentini si è dimostrato una squadra con una caratura differente rispetto a quella vista nelle prime battute della stagione.

Per Zatta la partenza in chiaroscuro ha a che vedere anche con le numerose assenze dovute a una tournée estiva che, a suo modo di vedere, andrebbe rivista nei suoi scopi e interessi, secondo un modello più simile a quello della Francia e della Scozia.

“Più che spremere i veterani, atleti già noti e collaudati, che non hanno certo bisogno di fare esperienza ma assolutamente di riposarsi, si potrebbero far giocare giovani emergenti, che hanno voglia ed energie per mettersi in mostra.”

“Le tournée allora diventerebbero l’occasione per testare questi ragazzi interessanti: magari iniziamo a parlarne.”

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