Dopo le polemiche sulla haka è il momento di scendere in campo. Gli inglesi non vincono da 5 anni e potrebbero non avere altre occasioni a breve termine
Le Autumn Nations Series cominciano col botto: a Twickenham (o Allianz Stadium, da nuova denominazione sponsorizzata) si affrontano Inghilterra e All Blacks, calcio d’inizio alle 16.10. La vigilia del match è stata a dir poco rovente. Colpa delle dichiarazioni di Joe Marler, che pur infortunato ha ben pensato di accendere la sfida dal divano di casa prendendosela con la haka: “Va cestinata, è una cosa ridicola”.
Subito pronta la risposta del leggendario Sir Wayne Shelford, campione del mondo 1987 con gli All Blacks e fautore della rinascita della haka dopo un periodo di scarsa popolarità: “Anche il suo taglio di capelli è ridicolo per la sua età, andrebbe cestinato”. Se la risposta di Shelford, seppur ironicamente piccata, è rimasta nei limiti della civiltà, lo stesso non si può dire dei messaggi vergognosi pervenuti sui social media di Marler, che è stato costretto a chiudere per un giorno tutti i suoi account.
A chiudere queste scaramucce ci ha pensato John Kirwan con un videomessaggio su Instagram. Non una semplice risposta, ma una vera e propria lezione di storia e di stile al buon Marler: “Per comprendere la haka forse avresti dovuto studiare un po’ di storia, apprendere cosa è stato il colonialismo e l’impegno che noi dobbiamo mettere per andare oltre certe cose. La haka oggi rappresenta il duro impegno del nostro paese nell’inseguire unità. E allora, amico mio, continua a fare quello che fai, ma cerca di capire cosa è veramente la haka, ovvero il modo di esprimersi del nostro piccolo, bellissimo paese”.
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La partita
Archiviata la polemica, è il momento di lasciare spazio al campo: l’Inghilterra ha vinto una sola volta negli ultimi 10 anni contro gli All Blacks, nell’ormai celebre semifinale del 2019, e nel tour estivo ne ha perse 2 su 2, seppur di misura e con delle prestazioni discrete. Ma qui si parla dell’Inghilterra, una squadra che non può certo accontentarsi di perdere di misura. Gli All Blacks, dall’altra parte, non hanno ancora trovato la quadra: Scott Robertson non è ancora riuscito a dare fluidità al gioco neozelandese, a tratti parso troppo semplice per il livello internazionale, come se “Razor” non avesse ancora avuto il coraggio di rischiare il tutto per tutto.
Robertson, però, una decisione l’ha presa: archiviato l’esperimento McKenzie apertura, criticatissimo durante tutta l’estate, il tecnico schiera Beauden Barrett apertura con Will Jordan estremo. La stessa scelta che per mesi la stampa neozelandese ha sponsorizzato in lungo in largo. Dall’altra parte, complici anche le condizioni fisiche non perfette di George Ford, Steve Borthwick ha deciso di dare una grande occasione a Marcus Smith: partirà titolare nel suo ruolo, quello di apertura, in una sfida importantissima.
Il cambio dei mediani introduce anche un altro fattore chiave di questa partita: i calci piazzati. I test di luglio sono stati caratterizzati da tanti, troppi errori dalla piazzola. Marcus Smith è finito sotto accusa, ma anche McKenzie se l’è vista brutta nonostante il successo dei neozelandesi. Il numero 10 degli Harlequins avrà un’altra occasione, mentre dall’altra parte sarà Beauden Barrett a dover garantire precisione assoluta.
Nessuna delle due squadre è al 100%, ma se c’è un’occasione per l’Inghilterra di portarsi a casa lo scalpo degli All Blacks, è questa. Se dovessero sprecarla, potrebbe non ricapitare per un bel po’. Oltre alla sfida tra numeri 10, ci si aspetta da questa partita qualcosa di nuovo in attacco da parte di entrambe le squadre. Anche perché l’idea degli All Blacks di giocare sempre entro i 15 metri dal raggruppamento rischia di andare a sbattere contro l’ottima organizzazione difensiva dell’Inghilterra, guidata in cabina di regia dal solito Slade.
Dall’altra parte, Borthwick si gioca il tutto per tutto con Ben Spencer mediano di mischia titolare: le sue apparizioni in maglia bianca finora non sono state esaltanti, ma va detto che il 9 di Bath è un giocatore che ha bisogno di continuità e fa fatica a partire dalla panchina, com’è spesso accaduto in Nazionale. Anche lui ha una grande occasione dall’inizio, e se la sfrutta ne gioverà tutta l’Inghilterra.
Francesco Palma
Autumn Nations Series: le formazioni di Inghilterra-All Blacks
Inghilterra: 15 George Furbank, 14 Immanuel Feyi-Waboso, 13 Henry Slade, 12 Ollie Lawrence, 11 Tommy Freeman, 10 Marcus Smith, 9 Ben Spencer, 8 Ben Earl, 7 Tom Curry, 6 Chandler Cunningham-South, 5 George Martin, 4 Maro Itoje, 3 Will Stuart, 2 Jamie George (c), 1 Ellis Genge
A disposizione: 16 Theo Dan, 17 Fin Baxter, 18 Dan Cole, 19 Nick Isiekwe, 20 Ben Curry, 21 Alex Dombrandt, 22 Harry Randall, 23 George Ford
All Blacks: 15 Will Jordan, 14 Mark Tele’a, 13 Rieko Ioane, 12 Jordie Barrett, 11 Caleb Clarke, 10 Beauden Barrett, 9 Cortez Ratima, 8 Ardie Savea, 7 Sam Cane, 6 Wallace Sititi, 5 Tupou Vaa’i, 4 Scott Barrett (c), 3 Tyrel Lomax, 2 Codie Taylor, 1 Tamaiti Williams
A disposizione: 16 Asafo Aumua, 17 Ofa Tu’ungafasi, 18 Pasilio Tosi, 19 Patrick Tuipulotu, 20 Samipeni Finau, 21 Cam Roigard, 22 Anton Lienert-Brown, 23 Damian McKenzie
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