A rivedere quella partita oggi, considerando che ben 12 Azzurri in campo quel giorno sono tra i convocati per Udine, è importante notare quanto l’Italia abbia fatto passi da gigante in questi anni, prima con Crowley e poi con Quesada
Il Bluenergy Stadium – Stadio Friuli di Udine sarà teatro di Italia-Argentina 3 anni dopo l’ultima sfida tra le due formazioni, che si affrontarono proprio nelle Autumn Nations Series. Era un periodo strano, con gli stadi aperti ma a capienza limitata a causa delle restrizioni e con l’Italia che stava provando a ricostruire la propria strada dopo anni molto bui, e che aveva iniziato un nuovo percorso sotto la guida di Kieran Crowley.
Dopo un inizio incoraggiante contro gli All Blacks, soprattutto sul piano della prestazione, l’Italia sfidò a Monigo l’Argentina in un test match difficile, perché i Pumas erano in un buon momento mentre gli Azzurri stavano ricostruendo da zero. C’era comunque fiducia nell’ambiente, ed effettivamente gli Azzurri partirono bene soprattutto in mischia. A fare la differenza fu però il gioco al piede, non a caso un aspetto su cui negli anni successivi lo staff azzurro avrebbe lavorato tantissimo. Quella partita, nonostante la sconfitta, fu un primo tassello del percorso che lo staff azzurro avrebbe intrapreso negli anni a seguire.
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Le due mete dei Pumas nel primo tempo arrivano infatti dal piede: prima Boffelli brucia Minozzi nello scontro aereo e serve a Kremer il pallone del vantaggio, poi Ioane “buca” l’intervento su un calcetto di De la Fuente regalando a Gonzalez la seconda marcatura, con un pezzo un piazzato di Boffelli per il 17-0. L’Italia reagisce con l’arma migliore della sua partita, la mischia, che permette di risalire il campo e ritornare sotto anche nel punteggio, con due piazzati di Garbisi (il secondo nato proprio dalla prima linea) per il 17-6.
Nella ripresa sono ancora quei maledetti calci a dare il colpo di grazia agli Azzurri: pallone spiovente di Santiago Carreras nei 22 azzurri, Mateo Carreras anticipa Minozzi con una capriola da circo e Moroni realizza per il 24-6. La partita sembra finita, ma ancora una volta una bella reazione degli avanti porta gli Azzurri ai 5 metri, con Varney che trova il guizzo per riaprire il match, con Garbisi che trasforma e poi segna altri 3 punti per il 24-16.
Quell’Italia, però, è ancora troppo inesperta per reggere 80 minuti contro dei Pumas molto scafati che alla fine chiudono i giochi con Cordero, Bosch e un altro piazzato di Boffelli per un 37-16 alla fine eccessivamente punitivo per quello che si è visto in campo. Quella di Monigo fu anche la partita del terribile infortunio che tenne Marco Riccioni fuori per tantissimo tempo.
A rivedere quella partita oggi, considerando che tanti Azzurri presenti saranno in campo anche sabato a Udine, è palese quanto l’Italia abbia fatto passi da gigante in questi anni, prima con Crowley e poi con Quesada. Rispetto al match di Treviso, tra i convocati di Quesada ci sono Brex, Ioane, Paolo Garbisi, Lamaro, Negri, Niccolò Cannone, Riccioni, Lucchesi, Fischetti (anche se difficilmente recupererà in tempo), Ceccarelli, Ruzza e Fusco.
Rivivi Italia-Argentina del 2021
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