Il tecnico azzurro: “I Pumas prenderanno questa partita molto seriamente. potevano considerare la partita contro di noi come la più facile e far giocare degli esordienti, invece hanno messo tanti ragazzi esperti e solidi”
Fatta la formazione dell’Italia, ora bisogna solo scendere in campo. Gonzalo Quesada ha le idee molto chiare, lo ha dimostrato con le scelte fatte per i 23 che sfideranno l’Argentina a Udine e lo ha fatto anche in conferenza stampa, spiegando quali sono le sue idee per la sfida con i Pumas: “L’ultima partita giocata insieme è stata in Giappone il 21 luglio alla fine di una tournee estiva durissima. Abbiamo fatto degli allenamenti con tanta intensità, i giocatori hanno lavorato benissimo, ma sono sicuro che non potrà essere tutto perfetto, soprattutto con il pallone in mano. Ci saranno situazioni in cui saremo più efficaci e altre in cui si vedrà che non giochiamo insieme da tanto tempo. Dall’altro lato ho molta fiducia in questo gruppo per la sua capacità di compensare la mancanza di automatismi con la difesa, il gioco al piede e la voglia di combattere”.
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I cambiamenti di Gonzalo Quesada
In generale, Quesada ha sottolineato come nel sistema d’attacco ci siano stati dei cambiamenti, ma comunque non troppi. L’idea di base rimane sempre la continuità: “Sarebbe stato molto pericoloso cambiare troppo in 4 allenamenti. Abbiamo inserito 2-3 cose nuove perché vogliamo implementarle in vista delle prossime partite e del Sei Nazioni, ma non abbiamo voluto prendere il rischio di fare troppi cambiamenti perché vogliamo dare continuità al progetto tecnico portato avanti finora”.
La base, come sempre, sarà la difesa azzurra, soprattutto contro una squadra che propone tantissime opzioni d’attacco, cerca costantemente di aprire spazi in mezzo al campo ed è sempre imprevedibile: “Il nostro sistema difensivo è alla base del nostro gioco, con ruoli e strutture ben definite. Ovviamente ci siamo allenati per affrontare un sistema d’attacco come quello argentino che propone sempre diverse opzioni d’attacco ed è quindi molto pericoloso. Sabato dobbiamo mettere loro grande pressione per non far aprire degli spazi, altrimenti sarà molto complicato. Se riusciamo a contenere le loro ondate in attacco invece possiamo restare in partita”.
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In assenza di Varney, c’era curiosità per la scelta del numero 9. Alla fine Quesada ha rispettato le gerarchie createsi durante l’anno, con Page-Relo titolare e Alessandro Garbisi in panchina: “Abbiamo valutato le performance dei ragazzi in questo inizio di stagione e durante il tour estivo con la Nazionale. Ho parlato con Fusco il primo giorno di raduno e gli ho spiegato che nella prima partita non sarebbe stato in campo perché Martin e Alessandro Garbisi hanno fatto una tournee eccezionale a luglio ed è giusto dare loro continuità”.
La scelta della panchina
Gonzalo Quesada, per la sfida di Udine tra Italia e Argentina, ha scelto una panchina “classica”: “Il 5+3 è sempre l’opzione più sicura, perché anche se c’è un problema si ha sempre una soluzione. In altre partite abbiamo optato per il 6+2 perché è una cosa che ti dà più opzioni con gli avanti ma è anche più rischiosa, in questo caso non ci sembrava la soluzione migliore, anche perché nel XV titolare ci sono tanti giocatori di mischia che nelle ultime settimane hanno dimostrato di poter giocare 80 minuti pieni. Abbiamo diviso la sfida di sabato in 2 partite: una da 50 minuti che sarà durissima, e una di 30 minuti in cui gli 8 che subentreranno dovranno dare lo stesso contributo dei primi 15. Abbiamo portato in panchina 8 giocatori molto complementari tra loro”.
L’Argentina
“Vero che l’Argentina non ha giocatori importanti come Matera e Kremer, ma ha una grande profondità e si vede dai 23 che hanno messo in lista gara. Sono tutti grandi giocatori e hanno una squadra forte anche senza avere la rosa al completo. Hanno preso la partita molto seriamente. Potevano considerare la partita contro di noi come la più facile e far giocare degli esordienti, invece hanno messo tanti ragazzi esperti e solidi” ha proseguito il tecnico.
Infine, Quesada ha risposto così a una domanda sul “dualismo” tra lui e il tecnico dell’Argentina Contepomi, visto che i due si conoscono bene: “Non sarà una partita in cui gli allenatori faranno la differenza. Le due squadre hanno tanti leader naturali e grande esperienza. Non credo che i giocatori si preoccupino di chi possa avere un vantaggio tra me e Felipe. È vero, purtroppo per loro il 70% dei giocatori argentini mi conosce benissimo (ride, ndr), siamo stati bene insieme e il fatto che parlino bene di me mi fa tantissimo piacere, ma non credo che l’influenza degli allenatori sarà così grande. Siamo due squadre che stanno dando continuità al proprio gioco con l’obiettivo di crescere ancora”.
Francesco Palma
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