Doris e Farrell, i volti della delusione irlandese: “Troppi errori, possiamo e dobbiamo giocar meglio di così”

Le parole dei protagonisti del match di Dublino direttamente dalla sala stampa

Doris e Farrell, i volti della delusione irlandese: “Troppi errori, possiamo e dobbiamo giocar meglio di così” – Ph. S. Pessina

L’Irlanda viene sconfitta in casa per la prima volta dopo oltre tre anni e dalla Nuova Zelanda per la seconda in poco più di 12 mesi. .

In una serata umida e bagnata, l’Irlanda gioca una partita lontana dal livello necessario per essere la prima squadra del ranking mondiale.

Molti errori in più fasi del gioco: rimessa laterali perse, errori di ball handling e molte, molte punizioni facili concesse agli avversari. Dall’altra parte una squadra solida, che ha commesso pochissimi errori e ha capitalizzato ogni opportunità che aveva.

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Irlanda-Nuova Zelanda: le parole dei protagonisti

A fine partita il capitano Caelan Doris non nasconde l’amarezza. «Sappiamo che questo non è ciò di cui siamo capaci, possiamo giocare molto meglio di così. Loro hanno creato molti più problemi di quelli che noi abbiamo creato a loro. Questo era il messaggio all’intervallo, sapevamo di dover giocare meglio. All’inizio del secondo tempo sembravamo riuscirci con la meta e poi quando siamo andati vicini a segnarne un’altra subito dopo. Alla distanza però loro sono riusciti a riportare l’inerzia della partita dalla loro parte, continuando a metterci in difficoltà. Hanno vinto meritatamente, dobbiamo ammetterlo».

Tredici punizioni concesse, un numero insolito per l’Irlanda. Che la disciplina sia stata un problema lo si è visto anche dal numero di errori nel ball handling. «Sì è vero – ammette il capitano irlandese – siamo sicuri che quando riguarderemo la partita le punizioni concesse e il numero di errori nel controllo di palla saranno i punti che analizzeremo meglio. Soprattutto nel primo tempo sono errori che ci sono costati punti preziosi e molto territorio e possesso di palla.»

Il capitano irlandese smentisce anche ogni problema nel preparare l’incontro visto che era la prima della stagione. «Non credo. Abbiamo lavorato 10 giorni molto bene e preparato la partita al meglio con concentrazione ed entusiasmo. Una volta scesi in campo però non abbiamo giocato al nostro livello migliore, anche se dobbiamo ammettere che la Nuova Zelanda ci ha messo in difficoltà, ha commesso pochissimi errori e giocato una grande gara».

Forse la squadra aveva ulteriore pressione addosso perché si trattava della Nuova Zelanda ed è ancora vivo il ricordo del quarto di finale dei mondiali francesi di un anno fa. «C’è sempre pressione quando si indossa la maglia dell’Irlanda – dice Doris – Giocavamo nel nostro stadio davanti alla nostra gente e ci tenevamo a far bene, come in ogni partita. Siamo dispiaciuti per non aver regalato una gioia ai nostri tifosi e perché non abbiamo giocato a livello di cui siamo capaci. L’aspetto positivo è che dobbiamo giocare ancora tre partite, sappiamo di dover migliorare ma siamo determinati a tornare in campo in condizioni migliori, a cominciare da venerdì prossimo contro l’Argentina».

Andy Farrell, dal canto suo, è molto deluso e si vede. Ha visto una squadra lontana dai propri standard. «Per raccontare la partita in poche parole, basta dire che ha vinto la squadra migliore. Per quel che riguarda l’Irlanda invece basta dire che abbiamo giocato molto meglio di come abbiamo giocato oggi. Cos’è che non ha funzionato? Molte cose, abbiamo commesso errori uno dopo l’altro in molte fasi del gioco. La partita è diventata complicata fin dai primi minuti e i giocatori, per raddrizzarla, hanno tentato iniziative personali non sempre collegate al piano di gioco che ci hanno creato ulteriori problemi».

In conferenza stampa è spuntata dai giornalisti anche la domanda sul fatto che la prima partita avesse potuto incidere sulla prestazione e sulla coesione della squadra. «Non possiamo usare scuse come questa – taglia corto Farrell -. Che si siano fatte tre sessioni di allenamento oppure 20 o 30, che sia la prima partita o se ne siano giocate sei, dobbiamo giocare molto meglio di così».

Umore completamente diverso ovviamente per l’allenatore dei neozelandesi Scott Robertson, alla prima stagione sulla panchina degli All Blacks. «Abbiamo giocato con molto coraggio, determinazione ed eseguito bene il piano di gioco sono molto soddisfatto. La chiave della partita? Sapevamo che l’Irlanda ci avrebbe creato dei problemi, e infatti è successo. Giallo alla fine del primo tempo, meta dell’irlanda all’inizio del secondo tempo e alcune ottime occasioni da parte loro subito dopo. In quel momento potevamo crollare invece la squadra è rimasta calma concentrata, ha continuato ad applicare il piano di gioco e a credere nelle proprie possibilità ed è tornata in vantaggio e riportato l’inerzia della partita dalla propria parte. Sono molto contento di quello che abbiamo fatto oggi, come ero contento una settimana fa in Inghilterra e adesso guardo con fiducia e interesse alla partita di sabato prossimo in Francia, è incredibile siamo molto entusiasti.»

Damiano Vezzosi

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