Le parole in conferenza stampa del capo allenatore degli Azzurri
UDINE – “Il dolore di queste sconfitte lascia una cicatrice” dice un Gonzalo Quesada sinceramente colpito per il pesante passivo di 50-18 rimediato dagli Azzurri nella prima partita delle Autumn Nations Series 2024.
L’Italia ha patito la peggior sconfitta della storia dei confronti diretti con l’Argentina, subendo un numero di punti peraltro mai subito prima in tali sfide.
“Siamo stati di fronte a un’Argentina molto opportunista, che ha pienamente meritato la vittoria – ha detto nella conferenza stampa post-partita il tecnico – Abbiamo preso 4 o 5 mete in situazioni di turnover, partendo da situazioni positive per noi. Siamo partiti male, disorganizzati. Abbiamo trovato le risorse per tornare in partita da 0-17 e abbiamo avuto un inizio di secondo tempo interessante, ma poi loro sono riusciti a complicare il nostro attacco mettendo tanta pressione nel punto d’incontro.”
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“Credo che alla fine il divario nel punteggio si sia aperto fin troppo, ma quello che fa male è aver perso palloni decisivi nei momenti importanti, quando c’era ancora una partita, così come ha inciso l’errore sulla meta di Spagnolo che avrebbe permesso alla nostra squadra di prendere fiducia.”
Al 40′ del primo tempo, con l’Italia alla riscossa dopo un parziale iniziale di 0-17, la segnatura del pilone del Benetton avrebbe riportato le squadre in parità subito prima di andare all’intervallo. L’arbitro Carley, che ha gridato chiaramente “tackle!” durante il gioco, è intervenuto ritenendo appunto completato il placcaggio della difesa sul giocatore italiano, che si sarebbe quindi fallosamente rialzato palla in mano, senza lasciarla.
Le immagini della partita non fanno evidente chiarezza sul fatto che Mirco Spagnolo abbia o non abbia effettivamente toccato con le ginocchia il terreno di gioco, il punto dirimente per capire se un giocatore vada considerato a terra o meno.
Un episodio dubbio che ha segnato la fine del primo tempo, ma che comunque è arrivato prima della vera e propria debacle nel punteggio avvenuta nella ripresa: “Ogni volta che siamo riusciti a entrare in sequenze positive abbiamo perso la palla e loro hanno fatto punti. Contro una squadra così forte e che è insieme da così tanto tempo non possiamo fare così tanti regali.”
“Questa sconfitta non fa male solo per il risultati, ma per la squadra, per il lavoro che fanno i ragazzi. Abbiamo una settimana per preparare la Georgia, la testa è già lì.”
“Le sconfitte non sono solo dei giocatori, ma di tutta la squadra, staff compreso – dice Quesada – Quello che abbiamo preparato non abbiamo potuto ritrovarlo in campo, quindi dobbiamo tornare a lavorarci. Sapevamo però di non aver preparato nello specifico la partita con l’Argentina, ma che abbiamo dato il via a un lavoro che coinvolge la sfida alla Georgia, alla Nuova Zelanda e che ci dovrà far trovare pronti per il Sei Nazioni. Pensiamo sia la cosa migliore per sviluppare la squadra piuttosto che preparare una strategia piccola e conservativa solo per essere in partita contro i Pumas, senza pensare a far crescere questa squadra per essere davvero competitivi contro tutti.”
“Per com’è andata la gara ci siamo messi da soli in una situazione di perdere totalmente il controllo della partita negli ultimi 20 minuti.”
“Ho assistito alla sfida in maniera fredda e distaccata: loro non erano una squadra convinta e in fiducia all’inizio della partita. Dopo i primi 3 punti siamo noi che prendiamo il possesso della palla e facciamo la partita, ma non riusciamo a segnare e una azione molto positiva finisce con un intercetto. E loro cominciano a crederci. Tanti momenti chiave come questo sono finiti così, con situazioni dove noi ci mettiamo in condizione di poter competere e rientrare nel punteggio, ma ogni volta è finita in turnover e meta per loro.”
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